Ecco il volto del futuro che avanza. Può avere un faccino spaurito, oppure radioso. Portare con noncuranza un enorme zaino variopinto o rifugiarsi fra le braccia del babbo. Avere le trecce o la coda di cavallo, la frangetta o il taglio a marine. Oggi sono stati i protagonisti del primo giorno di scuola, un domani saranno la nuova classe dirigente. Alle 8.25 campanella d’esordio per i bambini delle due prime classi della scuola primaria Michelet di Antella (intitolata al maestro volontario Luigi Michelet, caduto sul fronte della Grande Guerra). Con loro anche tutti gli altri “veterani” di seconda, terza, quarta e quinta elementare, per un totale di circa 200 studenti in erba. Ad attenderli nelle aule scritte “benevenuti” per i più piccoli e “bentornati” per tutti gli altri, preparati dalle maestre (una trentina, tutte donne) guidate dalla responsabile Anna Maria Ermini (la Michelet fa parte dell’istituto comprensivo Caponnetto diretto dal professor Marco Panti, di stanza alla media Redi). A studenti e insegnanti auguri di un anno scolastico proficuo e sereno da parte di QuiAntella.
Niente gallery fotografica.
Ho deciso di rimuoverla. Il mio scopo era di fare un omaggio prima di tutto ai bambini, cioè alle nuove generazioni, ai loro genitori, alle insegnanti e ai custodi celebrando il primo giorno di scuola, uno dei momenti più significativi per una comunità, quella di Antella nella fattispecie. Mi dispiace per i tanti genitori che hanno capito e apprezzato l’iniziativa e che pensavano di poter avere su QuiAntella le immagini di un bel ricordo. Conosco alcune persone che per caso hanno avuto pubblicata sul giornale la foto del loro primo giorno di scuola e la custodiscono gelosamente ad anni e anni di distanza.
Alcune mamme, 5 o 6, hanno invece avuto da ridire, accampando erroneamente argomenti come la violazione di legge. In realtà si confondono con la normativa, giustamente rigidissima e alla quale mi sono sempre attenuto in 40 di professione, relativa alla tutela dell’immagine e dei dati sensibili di minori coinvolti in vicende di cronaca nera o comunque pregiudizievoli. Non è certo il caso del primo giorno di scuola, così come manifestazioni di piazza, sportive o festose, pubbliche o anche private se di rilevanza sociale. Ma il mio intento non era quello di sollevare mugugni e polemiche nella nostra comunità, anche se alimentate da una esigua minoranza. Tanto meno offrire materiale per facili e opportunistiche cavalcate politiche (che hanno subito fatto capolino, un blog troppo libero dà sempre fastidio). Resta la perplessità nel constatare che alcune delle mamme “indignate” pubblicano foto dei loro figli sul proprio profilo Facebook, mah…
Salve. È contro la legge pubblicare foto di minori senza l’esplicito consenso dei genitori. La prego di rimuovere immediatamente le immagini no autorizzate da questo post. Grazie
Mi dispiace contraddirla. Non c’è alcuna legge che proibisce la pubblicazione di foto con minori. Lei fa riferimento a casi di cronaca nera o comunque di situazione pregiudizievoli e non è certo il caso del primo giorno di scuola.
Utile riassunto della legislazione vigente riguardante il diritto alla privacy e la pubblicazione di materiale video/fotografico sul web tratto dal sito di Save the Children:
Legge 633/1941 (Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio). Art. 96 Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa […] o del tutore legale. Codice Civile – Art. 10 (Abuso dell’immagine altrui). Qualora l’immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l’esposizione o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti, l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’interessato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni. Codice Civile – Art. 316 (Esercizio della potestà dei genitori). Il figlio è soggetto alla potestà dei genitori sino all’età maggiore o alla emancipazione. La potestà è esercitata di comune accordo da entrambi i genitori. Decreto Legislativo 196/03 – Art. 23 (Consenso). Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso espresso dell’interessato. Il consenso è validamente prestato solo se è espresso liberamente e specificamente in riferimento ad un trattamento chiaramente individuato e se e’ documentato per iscritto. Il consenso è manifestato in forma scritta quando il trattamento riguarda dati sensibili.
Ma passando alla questione specifica, la informo che alcuni genitori – tendenzialmente quelli informaticamente più alfabetizzati – scelgono di non pubblicare MAI online le foto dei propri figli. I motivi vanno dal diritto all’anonimato, che i bambini non possono ancora esercitare, all’uso che purtroppo (come le saprà dire chiunque si sia occupato di abusi su minori) viene quotidianamente fatto di innocentissime immagini di bambini pubblicate sul web.
Ogni anno rilasciamo una liberatoria all’Istituto Comprensivo per autorizzare l’utilizzo di fotografie dei nostri figli per scopi didattici o sociali all’interno della comunità scolastica, ma non vogliamo assolutamente che vengano pubblicate – su un sito che niente ha a che fare con la scuola – le foto di un momento privato, svolto in un luogo che credevamo protetto. La prego, rispetti questo desiderio e rimuova le foto. Grazie.
Gentile Lisa Graziani, premesso che riferirsi ad una norma del 1941 per la gestione delle immagini mi appare abbastanza anacronistico (la tv doveva ancora nascere, i giornali ne pubblicavano pochissime per motivi tecnici, la fotografia era patrimonio di una elite), non mi sembra che si possa ravvedere nella mia pubblicazioni nessuna violazione. Le riporto invece un testo un po’ più aggiornato: il codice deontologico dei giornalisti si esprime soprattutto in relazione al rischio di identificazione del minore coinvolto in “fatti di cronaca”. Più in generale, per la pubblicazione del nominativo o delle immagini del minore, il codice rinvia alla Carta di Treviso, così come il rapporto del garante della privacy.
Anche quest’ultima incentra soprattutto la propria attenzione sul problema dei minori coinvolti in reati o anche più in generale in fatti di cronaca anche di interesse non strettamente “penale”, mirando alla tutela dell’anonimato ed alla non identificabilità del minore tutte le volte che questo possa comportare un pregiudizio alla personalità, allo sviluppo, alla dignità ed alla privacy del minore.
La conseguenza è che – fermo restando il divieto di pubblicazione di immagini o di altri elementi che rendano identificabili soggetti di minore età allorchè si tratti di dare informazione sulla commissione di reati o su eventi di cronaca giudiziaria, o altre situazioni in cui la personalità, la dignità, la riservatezza circa la vita strettamente privata del minore possa averne pregiudizio – la pubblicazione è invece sempre legittima allorchè le immagini di cui si parla ritraggano scene di manifestazioni pubbliche, o anche private ma “sociali”, o altre iniziative collettive non pregiudizievoli, in cui, oltretutto, l’eventuale immagine che ritrae il minore sia del tutto “casuale” ed in nessuna maniera mirata a polarizzare l’attenzione sull’identità del medesimo e sulla sua riconoscibilità.
Lo stesso Istituto Caponnetto ha diffuso foto del primo giorno di scuola alla Redi, con il dirigente scolastico e il sindaco, ma dove compaiono, riconoscibilissimi, anche alcuni alunni. Lo stesso avviene abitualmente nello sport giovanile con la pubblicazione di squadre di atleti e atlete con anche l’indicazione del nome, elemento che non compare nelle mie foto.
L’Istituto Caponnetto ci chiede ogni anno di firmare una liberatoria. Può gentilmente pubblicare le liberatorie che noi genitori dei bambini ritratti qui sopra abbiamo firmato per lei? Grazie.
Lei ha sostenuto nel post precedente che le liberatorie sono per “scopi didattici o sociali all’interno della comunità scolastica”. Io parlo di foto inviate dalla scuola alla stampa per la pubblicazione. Io cerco di rispondere con cortesia e argomentazioni, la prego di non far finta di non capire. Non ho nessuna liberatoria da mostrarle perché non ce n’è bisogno. Se lei mi chiede il piacere di oscurare il volto di suo figlio/a, come ha fatto un’altra mamma, sarò lieto di accontentarla pur nella convinzione di poter creare, proprio con un atto censorio, un possibile pregiudizio al bambino/a.
Ecco ! Mi chiedo , se tutte le mamme le chiedessero di oscurare il volto di ogni figlio , che foto viene fuori ?
Se tutte le mamme chiedessero di oscurare la foto del figlio, eliminerei il servizio pur non avendone l’obbligo. Il mio scopo è valorizzare un particolare momento della nostra comunità, come è senz’altro il primo giorno di scuola, non certo fare un dispetto a bambini e genitori.Esattamente come quando ho pubblicato le foto delle squadre del torneo dei rioni e dei piccoli vincitori esultanti con la coppa fra le mani. Lei pensa che queste immagini arrechino pregiudizio? Io penso che possano costituire un bel ricordo.