A novant’anni suonati il magnetismo di don Fabio Masi è ancora intatto. Quando parla l’attenzione dei presenti viene rapita, sempre. Ed è per questo che dove c’è lui la gente si affolla. La riprova lo scorso venerdì pomeriggio in Comune.
Troppo piccola la sala consiliare Falcone e Borsellino per contenere i tanti, troppi (per le misure anti Covid molti sono rimasti fuori), che si sono presentati per seguire la presentazione del libro “Intervista a Fabio Masi parroco di S.Stefano a Paterno”, scritto da Serena Tozzi, 37enne ripolese che abita a Ponte a Ema.
A fare gli onori di casa il sindaco Francesco Casini: “Don Fabio è una persona squisita, un punto di riferimento, un faro che è capace di aggregare le persone. Il suo percorso di vita dimostra l’apertura mentale e di cuore fedele ai valori del Cristianesimo”.
A tratteggiare la figura di don Fabio, prete tanto “scomodo” quanto amato dai suoi fedeli, è intervenuto don Andrea Bigalli, parroco di Sant’Andrea in Percussina e referente toscano dell’associazione “Libera”. Don Bigalli ha ricordato quando don Fabio fu trasferito, quasi esiliato, dalla parrocchia del Vingone: “Paterno è stato il luogo giusto per lui, anche se forse non lo era nelle intenzioni di chi ce lo mandò”.
Serena Tozzi ha spiegato come è nata l’intervista 17 anni fa: “Per un’esame universitario di antropologia culturale ci fu chiesto di intervistare una persona che volesse raccontare la propria vita. Io pensai a don Fabio e lui accettò”. I giorni di “clausura” durante l’emergenza Covid, hanno spinto Serena a trasformare quell’intervista in un libro-testimonianza che è stato distribuito gratuitamente e autografato da don Fabio, attorniato dai suoi fan come una rockstar.
“Nella mia vita mi ha fatto soffrire l’isolamento dalla Chiesa – ha confessato don Fabio -. Ma io sono rimasto fedele e libero, perché solo chi è fedele può essere libero, sennò si è servi e leccapiedi. E – rivolto agli astanti – voi mi avete salvato, voi siete stati la mia forza”.