Sviluppo o speculazione? Tutela o immobilismo? La Bagno a Ripoli di domani viene “disegnata” dai nuovi strumenti urbanistici, Piano strutturale e Piano operativo, sui quali il dibattito infuria da mesi, in vista dell’ok definitivo.
Ieri il Consiglio comunale ha fatto un passo in avanti decisivo approvando a maggioranza (14 voti a favore: Pd, Italia Viva, Cittadini di Bagno a Ripoli; e uno contrario: Cittadinanza attiva) le controdeduzioni.
Ora Piano strutturale e Piano operativo passeranno all’esame della Commissione paesaggio, formata da Regione, Soprintendenza, Città Metropolitana, che avrà 60 giorni dalla prima riunione (prevista entro un mese) per dare il proprio parere. Entro l’estate i due documenti potrebbero tornare in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Quindi ci sarà la pubblicazione sul Burt (il bollettino della Regione) e 30 giorni dopo le nuove previsioni urbanistiche entreranno ufficialmente in vigore.
“Molte delle osservazioni presentate da cittadini, associazioni e imprese sono state fatte proprie dall’Amministrazione – affermano il sindaco Francesco Casini e l’assessore all’urbanistica Paolo Frezzi -, segno di un ascolto concreto del territorio, che rappresentano solo il passaggio conclusivo di un ampio percorso di coinvolgimento della popolazione iniziato con l’avvio del procedimento nel 2017″.
“Il territorio non può rimanere immobile – continuano Casini e Frezzi – Sviluppo sostenibile, rigenerazione, mobilità ‘green, potenziamento del verde pubblico con nuovi parchi urbani, attenzione alla frazioni, valorizzazione dell’identità territoriale coniugata alle esigenze di modernità per cittadini, imprese e associazioni sono alcune delle parole chiave dei nuovi strumenti urbanistici. Abbiamo rivisto il dimensionamento totale del Piano strutturale rientrando in quello attualmente in vigore risalente al 2014 e diminuito la quantità di nuove costruzioni a beneficio della quota per il recupero dell’esistente. Obiettivo era trovare una sintesi tra minore utilizzo di suolo e nuove funzioni e servizi di tipo culturale, sociale e produttivo a favore della collettività”.
“Il futuro del territorio di Bagno a Ripoli è tracciato, ed è un futuro all’insegna della sostenibilità ambientale ed ecologica, regolato da norme chiare e vincolanti – commenta il capogruppo del Pd Andrea Bencini -, che danno un quadro dell’equilibrio raggiunto, anche grazie al lavoro fatto dal nostro gruppo, fra una crescita sostenibile del territorio e l’attenzione al recupero del patrimonio edilizio e alla rigenerazione urbana”.
“Nel Piano operativo ci sono previsioni importanti – dice Sandra Baragli, presidente della commissione urbanistica -, ma si basano su un ottimo piano strutturale e su un nuovo concetto della mobilità urbana, immerse in tanto verde. Importante anche il lavoro fatto nel territorio rurale dove adesso si può contare su regole chiare”.
Secondo il segretario del Pd di Bagno a Ripoli Edoardo Ciprianetti: “Le previsioni urbanistiche sono il risultato di un lungo percorso di ascolto, condivisione e riflessione di questi anni. Il frutto di questo percorso è ampiamente soddisfacente perché rispetto al punto di partenza il Pd ha sviluppato l’idea iniziale, migliorandola notevolmente. Abbiamo cercato di esprimere nella maniera più equilibrata possibile concetti come crescita, riuso, rigenerazione e promozione per il nostro territorio, che sicuramente guarda a Firenze ma non vuole perdere la propria identità fatta di piccole frazioni dentro un territorio rurale di pregio”.
“Un piano coraggioso, c’è una visione per Bagno a Ripoli”, ha affermato il consigliere Corso Petruzzi (Cittadini di Bagno a Ripoli).
Di tutt’altro parere la consigliera Sonia Redini (Cittadinanza attiva): “E’ cambiato il dimensionamento del Piano strutturale, che in totale per tutte le categorie funzionali, passa da 147 mila mq a 106 mila, di cui oltre 60 mila da recupero. Anche solo da questi numeri, si capisce che ci siano stati dei ripensamenti durante quest’anno: da una parte sono stati obbligati, ‘indotti’, perché Città Metropolitana, Regione e Soprintendenza hanno fatto delle osservazioni puntuali.
Ma vorrei anche rivendicare che parte del merito va dato anche alle tante associazioni del territorio, gruppi o semplici cittadini che hanno presentato osservazioni ben argomentate per chiedere che si riesaminassero certe previsioni. Ma tutto questo per un loro moto spontaneo, non certo per una partecipazione sollecitata dal Comune, che non c’è mai stata”.
“A me pare che questi piani siano fortemente condizionati dal rispondere a richieste particolari, di privati – è l’accusa di Redini -. E la somma degli interessi privati non dà l’interesse generale. Il boccone più ‘indigesto’, perché senza alcun ripensamento: consentire l’ampliamento di 9 mila 500 mq della Scuola americana in via del Carota”. “Ancora una volta – conclude la consigliera di opposizione -, è stata persa l’occasione di aprire una riflessione, a livello urbanistico ed edilizio, sull’economica circolare e su quale poteva essere una strategia di sviluppo sostenibile vero, che tenga conto del nostro patrimonio territoriale, della risorsa idrica, dei suoli, che sono risorse irriproducibili e vanno usate al meglio. L’Urbanistica non può ridursi ad un: ‘chiedere e vi sarà dato’”.
In linea con Redini un documento di critica ai nuovi strumenti urbanistici firmato dal Coordinamento delle associazioni (Italia Nostra, L’Arca, Firenzeintralice, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Il Pianeta, Comitato di Vicchio e Dintorni): “I due piani – vi si afferma – continuano a segnalarsi per l’anacronistica, ingiustificata attenzione rivolta agli interessi particolari della speculazione e della rendita fondiaria e edilizia, anziché a quelli generali della qualità della vita dei cittadini e della conservazione del patrimonio territoriale”.