Dopo qualche ora di sconcerto arrivano le reazioni del Pd ripolese, e non solo, alle dimissioni del sindaco Casini dal partito per approdare a Italia Viva.
Duro il comunicato unitario firmato dal gruppo consiliare dagli assessori e dalla segreteria metropolitana nel quale si chiede una verifica politica. Possibile che sfoci in una mozione di sfiducia che porterebbe alle dimissioni obbligate del sindaco e all’arrivo di un commissario per gestire le nuove elezioni?
Questo il testo:
Abbiamo appreso della decisione del sindaco Francesco Casini di lasciare il Partito Democratico dal suo post di questo pomeriggio su Facebook.
Questa sua scelta di isolarsi senza la minima condivisione, dopo anni di percorso politico fatto insieme nei quali proprio grazie al Partito Democratico ha potuto essere prima assessore e poi sindaco della nostra città, ci sorprende, amareggia e lascia sconcertati a maggior ragione in un momento in cui si è dato avvio al congresso per rilanciare l’azione riformista che è stata, è e resterà a fondamento del nostro partito. La nostra comunità, che mai gli ha fatto mancare il sostegno e l’appoggio anche nei passaggi più delicati dei suoi mandati e che oggi vengono rivendicati come vanto e come propri, avrebbe meritato altro rispetto. Spiace che non sia stato così e che Casini abbia deciso, in solitudine, di lasciare la strada finora tracciata insieme al gruppo consiliare e ai nostri assessori.
Riteniamo che una verifica di maggioranza sia, a questo punto, urgente e indispensabile.
Partito Democratico metropolitano Firenze
Partito Democratico Bagno a Ripoli
Gruppo consiliare PD Bagno a Ripoli
Assessori comunali PD Bagno a Ripoli
Di tenore completamente diverso il commento di Riccardo Forconi, capogruppo della lista Cittadini di Bagno a Ripoli, che fa parte della maggioranza.
Credo che la sua decisione non sia stata presa con leggerezza, ma dopo lunga riflessione. Ha sempre portato avanti le sue idee politiche, ed è giusto che continui a farlo.
Ma non sono più i tempi dove si può aspettare, dove si sta a guardare ciò che succede, le ultime elezioni nazionali ne hanno dato la dimostrazione.
Francesco ha saputo essere un buon amministratore per il nostro comune, sicuramente coraggioso come è stata coraggiosa questa scelta e sono sicuro che potremo continuare il nostro lavoro insieme alla maggioranza fino alla fine del mandato.
Gli auguro il meglio per questa nuova avventura.
Reazioni stupite anche da parte dell’opposizione.
Sono sconcertata per questo terremoto politico.
“Un sindaco che non riesce a finire il proprio mandato nel partito per il quale era stato votato si capisce che ha tradito il proprio elettorato – commenta Paola Frosali (ex Lega ora Gruppo misto) -, il sindaco
Casini in questa legislatura aveva vinto con una lista di destra mascherata da sinistra, invito tutti i cittadini a riflettere sulle motivazioni che hanno portato a questa rottura con tutta la giunta. Mi chiedo come sarà in grado adesso portare a termine il suo incarico”.
Sonia Redini (Cittadinanza attiva) affida le sue considerazioni a Facebook: “Dopo che il Sindaco, ieri, ha abbandonato il Pd e abbracciato Italia Viva, d’improvviso si accendono i riflettori sul Consiglio comunale, che adesso è decisivo per le sorti di questa ‘Amministrazione scrive -. Lui ha già fatto sapere che non si dimetterà e che intende portare a conclusione il mandato elettorale, che scade nel 2024! Peccato però che quel mandato elettorale sia nato e campi sulla forza politica abbandonata (46% sul 67% dei consensi ricevuti), mentre quella di approdo non c’era nemmeno alle elezioni, né ha rappresentanza in Consiglio comunale. Se vi pare poco… Ormai il voto dei cittadini è un trascurabile dettaglio e le coalizioni elettorali sono un taxi da cui salire e scendere in base alle circostanze ed alle convenienze. Coerenza e responsabilità voleva che il Sindaco concludesse il mandato prima di abbracciare altre esperienze politiche, peraltro pure in dissonanza da quella di origine. Ma ho il timore che la coerenza mancata all’uno difetti anche all’altro, cioè il PD locale, perché chi non si dissocia è sempre complice. E l’unica dissociazione davvero credibile sta nei fatti. Perché la politica, per come la vivo io, non dev’essere quella dell’uomo solo al comando, che si sente intoccabile qualsiasi cosa dica o faccia, ma la costruzione di un lavoro di squadra, che segue dei valori condivisi, superiori e più importanti”.