Segnali che erano molto attesi arrivano in questi giorni dal numero dei ricoveri nei reparti Covid degli ospedali fiorentini dell’Asl in concomitanza al sensibile calo del picco della seconda ondata.
“Se le cose stanno andando bene è grazie al grande lavoro fatto insieme – commenta il direttore del Dipartimento delle specialistiche mediche della Ausl Toscana centro, Giancarlo Landini, anche responsabile Covid per la Medicina aziendale – Siamo riusciti a superare anche questa seconda ondata e siamo nella fase di discesa con grande sacrificio organizzativo e di personale. Ma la discesa è lenta”.
Una flessione nel numero dei ricoveri si registra già dalla scorsa settimana anche nei due ospedali fiorentini di San Giovanni di Dio a Torregalli e Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri. A Torregalli sono stati chiusi 18 posti letto ancora in attesa di essere riconvertiti in no Covid. Saranno preziosissimi nel caso di una maggiore pressione dal Pronto Soccorso, con l’approssimarsi anche dell’influenza stagionale il cui picco è atteso tra gennaio e febbraio. Rimane stabile la Terapia Intensiva con 7 letti occupati su 10.
Al Santa Maria Annunziata i ricoveri per Covid in una settimana sono passati da circa 10 a 5/6 al giorno. Dodici posti letto di area Covid, quella che era stata destinata a Medicina F al quarto piano, sono stati chiusi in attesa di essere trasferiti alla Medicina no Covid. Nella Terapia Intensiva i 4 posti letto in più che erano stati ottenuti a novembre, sono tornati nella disponibilità della terapia intensiva ordinaria, riportando il numero dei letti intensivi da 16 a 12 posti di terapia intensiva Covid.
A Santa Maria Nuova ha chiuso un reparto dedicato a malati Covid e da sabato tornerà alla sua originaria destinazione di Medicina no Covid. Rimangono due reparti per pazienti Covid con 26 posti letto che al momento risultano tutti occupati. In terapia intensiva ci sono 4 pazienti Covid su 4 posti disponibili.
“Ci preoccupa l’idea che i comportamenti nei prossimi mesi possano non essere adeguati – aggiunge Landini – perché una terza ondata sarebbe pericolosa e non ce la possiamo permettere”. Infine un appello al rigore e alla massima prudenza. “Impegniamoci tutti nel rispetto delle regole e nell’applicare la massima intransigenza sul distanziamento sociale – ribadisce Landini – Se vogliamo evitare la terza ondata, dobbiamo impegnarci tutti a non buttare via il lavoro fatto”.