La bomba d’acqua che ieri verso le 21 ha colpito Firenze e tutto il territorio circostante, ha causato allagamenti e danni anche a Bagno a Ripoli, Antella, Grassina, Ponte a Ema, Capannuccia. Alcune strade si sono trasformate in fiumi di acqua e fango. Improvvisamente in piena il torrente Ema che in pochi minuti è passato da situazione di secca a tre metri di altezza, prossimo al livello di esondazione. Per monitorarlo, nella notte, è stato aperto il Centro operativo comunale.
Al lavoro il personale della Protezione civile e della Polizia municipale. Il sindaco Francesco Casini ha interrotto le ferie e nella notte è partito dalla Calabria per rientrare in Comune e seguire direttamente l’evolversi della situazione apparsa subito di estrema gravità.
Al momento non si registrano feriti, ma i danni a abitazioni e veicoli sono notevoli. Particolarmente colpite all’Antella la zona di via Labriola e piazza Peruzzi (vedi articolo), a Grassina via delle Quercioline (a cui si riferisce il video) e via Buonarroti. Impraticabile via di Campigliano invasa da fango e detriti. Numerosi i black out elettrici.
Forse anche il Sindaco e l’Amministrazione Comunale potranno meditare ora – e se non ora quando? – che cosa vuol dire cambiamento climatico come quello che stiamo vivendo e del quale il compianto amico e collega Maracchi ci ammoniva a prendere atto, purtroppo inascoltato e da qualcuno anche deriso: tropicalizzazione della Toscana e della regione mediterranea vuol dire ondate di calore-aridità-contrazione o scomparsa dei ghiacciai-diminuzione della pioggia ma sua concentrazione anche abnorme in pochi giorni (ovvero “eventi estremi”). Le ricette possibili anzi urgentemente obbligate sono ben note, a partire da quelle dell’interruzione del consumo di suolo a cemento e – viceversa – della crescia del patrimonio arboreo. Tutto il contrario delle previsioni del Piano Strutturale e del Piano Operativo recentemente approvati a Bagno a Ripoli. Cosa dobbiamo allora pensare e chiedere?
Il professore Rombai ha perfettamente ragione. Invece di pensare che lo sviluppo sia nel costruire, assecondare i desiderata di privati, far venire ancora più gente perchè Bagno a Ripoli sia “il centro del mondo”, è il momento di pensare a come difendere il nostro territorio. Il vero sviluppo dovrà andare verso la messa in sicurezza del paese da questi fenomeni che si ripeteranno sempre più di frequente, non solo da inondazioni, ma dalle frane, dalla siccità. Essere “ambientalisti” vuol dire preservare, difendere il territorio e non essere quelli del “no”, come veniamo beffardamente classificati; siamo addirittura, il più delle volte, incolpati di strumentalizzare ai propri fini politici se protestiamo contro le decisioni edificatorie dell’amministrazione. Siamo per forza ambientalisti, e orgogliosamente, perchè vediamo nel nostro futuro una sola e unica possibilità per continuare a vivere questa terra, quella di non alterare più il suo delicato equilibrio con azioni degli uomini che per lo più sono distruttive e irresponsabili. Alla luce dei fatti recenti, saremo ancora di più convinti di dover essere ambientalisti. A discapito, purtroppo, di chi ha subito i danni, speriamo che venga capito che non si può più scherzare con il fuoco perchè ne saremo inceneriti.
Non posso che concordare coi due commenti precedenti. Invito tutti a scorrere i contenuti del piano strutturale e del piano Operativo che stanno per essere approvati dalla nostra Amministrazione per tenere conto di quanti punti riguardano le previsioni edificatorie per le più svariate finalità e quanti riguardano piani per la messa in sicurezza del territorio stesso.
Potranno tutti constatare che dei primi ce ne sono a iosa e dei secondi neppure uno. Tutte le azioni previste per migliorare l’ambiente prevedono sempre e comunque consumo di suolo (parchi attrezzati al posto dei campi, piste ciclabili artificiali vendute come soluzioni ecologiche indirette in quanto incentivano mobilità senza auto).
Insomma o per costruire o per rimediare, si consuma comunque suolo. Niente per riportare aree abbandonate o mal gestite alla loro naturalità. Anzi si cercano con perseveranza aree anche solo sporche per dichiarare “degradate” e costruirci senza rimorsi di coscienza (vedi Centro Viola).
La domanda che a questo punto occorre farci è se in questo modo riusciamo a convincere anche la natura a non provocare siccità estreme e nubifragi.
Se la politica che è l’arte di convincere tutti ci riesce siamo a cavallo.
In caso contrario, siamo nella m
Mota nel vero e proprio senso del termine
Grazie per questi interventi, che condivido pienamente, in quanto espressione di considerazioni assolutamente ragionevoli, congruenti con la realtà dei fatti e “sane”, cioè non viziate da petizioni di principio. Finora, chi ci ha amministrato ha dimostrato, con le proprie miopi scelte,attuate ed attuande, di non essere all’altezza dei propri compiti, di non essere capace di leggere ed “intelligere” i fatti, governando i cambiamenti con la dovuta competenza e sapienza. Fino a quando….?