
Da immobile in mano alla mafia a casa contro l’emergenza abitativa per persone in difficoltà. Rinasce all’insegna dell’inclusione la palazzina di Bagno a Ripoli confiscata alla criminalità organizzata. La villetta, in via Roma, è stata appena ristrutturata dal Comune che nel 2023 ne era diventato proprietario.
La ristrutturazione della villetta ha comportato un investimento di circa 340 mila euro cofinanziati dalla Regione Toscana e dal Comune. I lavori hanno permesso la predisposizione di una decina di posti letto suddivisi in sette camere. Presenti sei bagni, una cucina e uno spazio comune nella mansarda, una terrazza, un giardino e un garage.
“Mancano solo gli arredi, che saranno scelti durante la co-progettazione con il nuovo soggetto gestore, un ente che sarà individuato tramite bando pubblico. La Società della Salute Fiorentina Sud-Est a breve pubblicherà la manifestazione d’interesse per selezionarlo – spiega il sindaco Francesco Pignotti -. Da simbolo della criminalità, la palazzina darà un tetto a persone fragili, contrastando l’emarginazione sociale”.
“L’obiettivo – prosegue l’assessora al sociale Sandra Baragli – è rendere operativa la struttura dal mese di maggio. Potranno essere ospitate fino a dieci persone. Un grande passo in avanti per potenziare la rete di alloggi destinati all’emergenza abitativa allestiti dal nostro comune”.
“La scelta di organizzare gli spazi in una sorta di co-housing – dice l’assessore ai lavori pubblici Corso Petruzzi – nasce dalla necessità di offrire una struttura flessibile per rispondere alle diverse necessità, dai nuclei monoparentali alle famiglie. Mancano solo alcune rifiniture, la ristrutturazione sarà completamente terminata entro fine marzo”.
Obiettivo del progetto è quello di aiutare persone singole e famiglie a basso reddito o con vulnerabilità, sottoposte a provvedimenti di sfratto, a perdita dell’abitazione, oppure sprovviste di qualsiasi soluzione abitativa e in attesa di una collocazione. Ma il progetto, oltre a offrire una soluzione abitativa temporanea, è pensato anche come un luogo in cui le persone possono riposizionarsi attraverso interventi di socializzazione, collaborazione e solidarietà.