Una protesta silenziosa contro la chiusura di circoli e case del popolo disposta dall’ultimo Dpcm. L’hanno messa in scena i soci del Crc Antella guidati dal presidente Alessandro Conti, ieri mattina di fronte alla porta chiusa del circolo. “Chiediamo solo di essere equiparati ai privati che possono tenere i bar aperti fino alle 18”, dice Conti.
Intanto, a difesa di questi presidi di socialità (circa 2.000 in Toscana), si muove la Regione. Consentire ai circoli ricreativi e culturali di poter riprendere una minima attività di bar, ristoro e asporto è la richiesta dell’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.
“Stiamo lavorando alacremente – sottolinea Spinelli – affinché nelle pieghe dei doverosi provvedimenti nell’ambito dell’emergenza Covid non si produca una discriminazione a danno dei circoli ricreativi e culturali della Toscana, che costituiscono un presidio sociale irrinunciabile e che hanno dimostrato anche negli scorsi mesi una grande capacità di mobilitazione responsabile e solidale”.
Secondo l’assessora l’interpretazione data al Dpcm del 24 ottobre è eccessivamente restrittiva per i circoli: “Sin da una prima lettura non vi erano dubbi che le attività ricreative e culturali sarebbero state sospese, ma ritenevamo che le attività di bar, ristoro e asporto svolte all’interno di queste strutture potessero restare aperte nei limiti di sicurezza imposti agli esercizi pubblici. L’interpretazione data ha invece escluso questa possibilità”.
Per modificare questa situazione, Serena Spinelli garantisce il massimo impegno della Regione in tutte le sedi: “Chiediamo alle autorità competenti di voler riesaminare l’interpretazione restrittiva fornita e consentire la somministrazione per i circoli come attività funzionale, in questa fase emergenziale, alla loro stessa sopravvivenza come presidi sociali”.