Prima domenica di “clausura da coronavirus”. Come hanno risposto i cittadini di Bagno a Ripoli all’invito di restare a casa? Generalmente si sono attenuti alle disposizioni di governo e comunità scientifica. Quasi deserte le strade del capoluogo di Antella, Grassina, Ponte a Ema e delle frazioni minori. Nessun capannello in piazza Peruzzi o in piazza Umberto I. Deserti i giardini, chiusi dal sindaco Casini con un’apposita ordinanza. Numerosi i cani che portano a spasso il padrone.
Purtroppo, però, non manca chi delle reccomandazioni, prima ancora che delle disposizioni, se ne infischia. Nel mio giro di perlustrazione in auto, ho incrociato tre che andavano a giro sui quod, un babbo che spingeva il bambino sull’altalena accanto all’Acli di Grassina, un po’ di runner e ciclisti che facevano attività fisica come se niente fosse. Non è espressamete vietato, obietterà qualcuno. Vero. Ma i due capisaldi della lotta al coronavirus sono: stare in casa per inpedire il diffondersi del contagio e uscire solo per motivi indispensabili. Tutto il resto viene di consenguenza.
E’ indispensabile fare una sgambata o una pedalata? Io credo di no. E lo dico soffrendo, perché vado regolarmente a correre nella nostra splendida campagna. Sento ancora l’obiezione: ma se a giro non c’è nessuno che richio corro? A giro non c’è nessuno perché la maggior parte dei cittadini ha capito l’importanza di un rigoroso rispetto delle regole. Altrimenti con una giornata come quella di oggi, con il sole splendente e il clima primaverile, strade, sentieri e tratturi sarebbero pieni di gente. Chi viola questa regola lo fa alla faccia di chi la rispetta. Se “Andrà tutto bene” dipende da noi.
Rispettare le raccomdandazioni che arrivano dal mondo scientifico è un dovere morale, verso noi stessi, verso i nostri cari e verso tutta la comunità. Non sappima come e quando questa guerra finirà, ma come si fa a comportarsi in modo tanto leggero e incurante mentre stiamo seppellendo un morto dietro l’altro?