Sicurezza, degrado, teppismo: si è parlato di tutto questo venerdì pomeriggio ai giardini della Resistenza, all’Antella. Davanti al chiosco i’Lanternino, oggetto di una scorribanda vandalica nei giorni scorsi, i cittadini hanno incontrato l’assessore alle politiche giovanili Francesco Pignotti, l’ispettore della Polizia municipale Moreno Bosco, il coordinatore dei gruppi per il Controllo di vicinato, Maurizio Andorlini. Molti i temi toccati e i chiarimenti forniti. Nessuna promessa di soluzioni rapide a colpi di inesistenti bacchette magiche. L’incontro, organizzato dal Pd, è stato introdotto dal segretario del cicrolo di Antella, Mirko Sulli.
Telecamere – Sono importanti per ottenere elementi utili alle indagini – ha speigato l’ispettore Bosco – ma non pensate che, come si vede spesso nei film, permettano di individuare anche un neo sulla faccia di un malvivente. Né si può pensare che ci siano decine di agenti di fronte ai monitor per intervenire se appare qualche situazione di emergenza. Le telecamere sono un supporto utile alle indagini, ma non servirebbe trasformare il territorio comunale in una riedizione del Grande Fratello.
Bande giovanili – I raid al Lanternino come in altri chioschi, oppure gli atti vandalici e gli atteggiamenti sbruffoni e intimidatori che si sono verificati più volte al Crc Antella (ma il problema è presente anche a Grassina), da parte di gruppi di adolescenti, vanno affrontati su un duplice binario: il coinvolgimento delle famiglie, che devono rispondere economicamente dei danni compiuti dai figli, e con interventi mirati a far emergere la consapevolezza del bene pubblico come bene della comunità. Per questo, ha detto l’assessore Pignotti, il Comune coinvolgerà gli operatiri di strada, per un intervento “sul campo”, e la scuola per un’azione educativa-culturale.
Controllo di vicinato – Presto arriverà la cartellonistica per indicare le zone che stanno attuando questo progetto messo a punto dal Comune in base alle indicazioni della Prefettura, ha assicurato l’assessore Pignotti. “E’ un modo per aumentare sensibilità e attenzione dei cittadini – ha spiegato Andorlini – un’iniziativa che non ha niente in comune con le ronde, anzi è l’esatto contrario”. Nel corso del dibattito sono state date risposte alla collezione di stupidaggini che si leggono sui social: se il cittadino si accorge di una situazione di rischio, di pericolo o addirittura di un reato deve chiamare direttamente le forze dell’ordine, sensa passare dal controllo di vicinato. Chi definisce l’iniziativa un invito alla delazione e allo spionaggio non ha la minma idea di come funzioni questo progetto. “E’ un controllo di vicinato, non del vicinato”, ha precisato Andorlini. Al momento ci sono zone dove i cittadini si sono dimostrati più interessati a creare i gruppi whatsapp (Bagno a Ripoli, Osteria, Nuova, Rimaggio, Bigallo), mentre si fatica a trovare adesioni all’Antella (un solo gruppo attivo) e Grassina (solo un minigruppo di due persone).
Chiunque volesse partecipare al progetto “Controllo di vicinato” o volesse informazioni più dettagliate, può rivolegersi alla Polizia municipale di Bagno a Ripoli.
Per chi vuole approfondire il tema del Controllo di vicinato, ecco il Vademecum diffuso dall’Amministrazione comunale: