Congresso a ritmo di Zumba. Le sedie per la riunione del circolo di Grassina sono sistemate sul palcoscenico del grande teatro della Casa del popolo, ma lo spettacolo è in sala, dove una trentina di donne di tutte le età muove i passi della ballo fitness oggi tanto di moda. La sovrapposizione dura solo qualche minuto, poi stop alla musica e via al dibattito. Finisce il ricreativo e inizia il culturale, come direbbe il Forconi. Ieri sera, lunedì 27 marzo, toccava al circolo di Grassina (dopo quello del capoluogo, clicca qui per leggere l’articolo) esprimere i delegati alla convention provinciale. Cinque i posti assegnati a Grassina in virtù dei 112 iscritti. Risultato in linea con l’andamento nazionale: su 58 votanti, la mozione Renzi ha ottenuto 44 preferenze (75,86%), Orlando 11 (18,96%), Emiliano 3 (5,17%). I 4 delegati renziani sono Pietro Pignotti, Tania Borrani, Delfino Amantini e Laura Quinti; il candidato orlandiano è il segretario comunale Gian Bruno Ravenni; nessun delegato per Emiliano.
L’esposizione delle tre mozioni e il successivo dibattito sono stati guidati dal presidente nominato dall’assemblea, l’ex vicesindaco Alessandro Calvelli, in collaborazione con Simona Forzoni, inviata come garante dalla federazione. “Siamo ad un passaggio importante della vita del partito – ha detto Calvelli – Nei nostri congressi dobbiamo decidere cosa vogliamo dai nostri rappresentati a livello nazionale”. L’illustrazione-spot delle tre mozioni ha ricalcato il copione già visto a Bagno a Ripoli. Ravenni ha marcato l’importanza di ritrovare l’unità del partito indicando in Orlando il candidato più adatto a questo compito. Ha ribadito la contrarietà alla figura del premier-segretario di partito. Ha ricordato che il finanziamento alle attività del Pd arriva dalle feste dell’Unità “che si fanno grazie a tanti volontari che ora vanno rimotivati”. Ha evocato la sfida con una destra ricompattata alla quale deve opporsi un Pd “che non sia solo un aggregato di gruppi diversi”. “Non contesto Renzi come capo del governo – ha concluso Ravenni – ma come segretario del partito: non ha avuto orecchie per ascoltare”.
La consigliera comunale Laura Franchini ha illustrato le tesi di Emiliano. Prima ha elencato tutta una serie di critiche all’azione del governo Renzi, poi è passata agli aspetti legati all’organizzazione del partito: “I circoli sono stati smontati; come partito di sinistra non diamo più voce a chi dicevamo di rappresentare; occorre un partito dei circoli e non del capo”. Ha perfino “rubato”, scelta forse non troppo felice, lo slogan ai grillini: “Ci vuole un partito in cui uno vale uno”. “Emiliano per respirare aria nuova, un politico popolare, non populista”, ha concluso.
Per difendere la mozione Renzi è piombato a Grassina il segretario regionale Dario Parrini. Intervento soft che più soft non si può. Mai pronunciato il nome dell’ex presidente del consiglio per tutto l’intervento. Solo alla fine lo ha citato per sostenere che è il più adatto a guidare il Pd, “lo dico col massimo rispetto per gli altri che hanno scelto il confronto e non sono scappati dal partito”. Una linea di fair play totale impreziosita da frasi come: “Sono tre candidati rispettabili, onesti e con la schiena dritta”. Parrini ha richiamo gli iscritti a mettere da parte la costante litigiosità che “ha fatto apparire il Pd come un partito confusionario”. E li ha invitati, indipendentemente da quale sarà il nuovo sistema elettorale, “a coltivare la vocazione maggioritaria che sta alla base della nascita del Pd”. Stasera tocca al circolo di Antella, giovedì chiusura con quello di Ponte a Ema.