Il Comune diffonde con toni trionfalistici i dati sul recupero della morosità per quanto riguarda la mensa scolastica, ma contraddice se stesso. Andiamo per gradi. “A Bagno a Ripoli diminuiscono le famiglie che non pagano la retta. Erano un centinaio durante l’anno scolastico 2015-2016, sono state poco meno di 70 durante l’anno scolastico 2016-2017 – afferma una nota dell’ufficio stampa del sindaco Casini – Meno morosi, più risorse per il Comune che in questo modo, nel giro di un anno, è riuscito a recuperare circa diecimila euro”.
Bene, bravi, bis. Peccato però che il 26 ottobre scorso la determina n° 924, firmata dal responsabile del settore servizi educativi del Comune, stabilisse un’integrazione da versare alla Siaf (la ditta che fornisce i pasti alle scuole dal 2011 e manterrà l’appalto fino al 2020) di 2.849,59 euro relativa al periodo gennaio/luglio 2017 perché si è verificata una maggior spesa. Il motivo, anzi i motivi li si spiegano nella medesima determina: “Nel periodo gennaio/luglio 2017 le presenze medie alla mensa scolastica sono risultate superiori alle previsioni; si è verificato una maggiore spesa relativa alla morosità degli utenti e alle tariffe applicate rispetto alle documentazione Isee presentate dagli utenti”. Ma non è tutto. Una seconda determina, la n° 927, sempre del 26 ottobre, stabilisce un’ulteriore integrazione da versare alla Siaf relativa al periodo settembre/dicembre 2017: però in questo caso la somma è assai più ingente: 68.043,78 euro. Delle due l’una: o i calcoli di previsione sulla presenza media sono completamente sballati e ogni giorno vengono serviti un centinaio di pasti imprevisti (il calcolo è fatto in modo molto grossolano ma comunque per difetto), oppure la morosità per l’anno in corso ha avuto un’impennata stratosferica anziché diminuire ulteriormente. Qualcosa non torna, attendiamo chiarimenti.
Non si è fatta attendere la risposta dell’Amministrazione, eccola:
L’Amministrazione comunale conferma quanto precedentemente comunicato e cioè che i morosi e gli insoluti sono diminuiti progressivamente negli ultimi anni con numeri dimostrati e provati. Le integrazioni di impegno a cui si fa riferimento sono integrazioni finanziarie ordinarie (stanziamento di risorse) in corso d’anno e non hanno niente a che vedere con la morosità. In fase di bilancio di previsione sono stanziate risorse che non sono esaustive del costo totale del servizio mensa non del tutto prevedibile ad inizio anno. Il riferimento alla spesa relativa alla morosità contenuta nella determina n° 924 è presente semplicemente perché si tratta dell’aggiornamento di un precedente documento. Sulla morosità i dati sono assolutamente verificabili dalle fatture emesse e dai pagamenti effettuati.
L’affermazione chiara è che le somme versate in aggiunta alla Siaf non sono per la morosità. L’accenno fatto nella determina, par di capire, è frutto di un “copia e incolla” un po’ frettoloso di un atto precedente. Resta nebulosa la spiegazione del motivo per cui sono state necessarie le integrazioni finanziare, fra l’altro di entità così diversa: 2.849,59 euro per il periodo gennaio/luglio 2017 e addirittura 68.043,78 eruo per il periodo settembre/dicembre 2017. Magari nei prossimi giorni ci faranno comprendere anche questo.
Matteini… attenzione che’ ti tolgono dal banchino dei giornalisti in consiglio comunale! Questa e’ una verifica da “soliti noti” !
Non ho mai voluto una poltrona, posso rinunciare anche al banchino.