È stato consegnato oggi alla Fonderia Artistica Del Giudice Leonardo il “Premio Renzo Del Lungo alla Continuità d’Impresa” dedicato da Cna alle imprese che hanno saputo superare il tempo, le sfide, le trasformazioni sociali, tecnologiche e di mercato, mantenendo vive le proprie radici.
Il presidente di Cna Chianti, Veronica Cei, ha personalmente consegnato il premio ai titolari e al fondatore appositamente presente per l’occasione, direttamente nei locali dell’azienda che ha sede a Meleto, nel comune di Greve in Chianti, al confine con Bagno a Ripoli. Proprio Bagno a Ripoli ospita alcune opere della Fonderia del Giudice, come la statua di Pinocchio, dell’artista Francesco Battaglini, installata nei giardini della Casa del popolo di Grassina e la panchina contro la violenza alle donne posta all’ingresso dell’istituto Gobetti Volta. Della Fonderia Del Giudice è anche la riproduzione in ferro battuto di un piccolo olivo, simbolo del territorio ripolese, che il sindaco Casini donò alla cittadina francese La Garenne-Colombes in occasione del gemellaggio.
Si tratta di un’azienda fondata nel 1974 da Leonardo Del Giudice, figlio di Mario, grande maestro nell’arte della fusione, che, a distanza di 50 anni, diretta dagli eredi del fondatore, Giacomo e Sarah, opera ancora nella medesima area e nello stesso settore merceologico. Requisiti, tutti, (almeno 40 anni di attività ininterrotta alle spalle senza aver mutato il settore merceologico e almeno una successione tra parenti ed affini entro il terzo grado) indispensabili al conferimento del premio.
La Fonderia del Giudice, vera e propria eccellenza del territorio e del made in Italy, basa la qualità delle sue realizzazioni sulla competenza e la passione di generazioni di artisti. È diventata negli anni una bottega all’interno della quale la tradizione fusoria prosegue nella produzione di tante statue per molteplici tipi di clientela, dal grande maestro al designer, dalla pubblica amministrazione all’amante delle cose belle. Opere uniche destinate ad arricchire di bellezza ogni luogo privato e pubblico.
Pur mantenendo il sapore della fucina artistica rinascimentale, dove gli artisti si incontrano, creano e si confrontano, non ignora le più moderne soluzioni che la tecnologia mette a disposizione, con un occhio di riguardo alla sostenibilità.
“Soprattutto, qui si mantiene intatta la tradizione di dare valore e dignità al lavoro – afferma Cna Chianti -. È sempre più complicato nell’era contemporanea evitare di porre il profitto al di sopra di ciò che i Del Giudice considerano i valori più essenziali: l’etica nel lavoro e soprattutto nei rapporti umani. I Del Giudice conoscono bene i limiti e le possibilità di scelta del loro mestiere, ma credono che per produrre e trasmettere bellezza, sentimento ed emozione si debba sempre lavorare con il cuore in mano, ed è questo ciò che cercano di fare all’interno della fonderia. Cinquant’anni di incontri, opere, lavori, pranzi e cene, sempre in contatto con le persone che hanno condiviso il loro percorso, rappresentano il vero valore della loro impresa.