Ci sono rilievi sull’opportunità di inserimento urbanistico, critiche all’iter seguito dal sindaco, richieste di compensazioni, suggerimenti, preoccupazioni per l’aumento del traffico: sono 12 i “contributi” sul progetto del Centro sportivo della Fiorentina presentati al Comune di Bagno a Ripoli da singoli cittadini, associazioni, forze politiche.
Le prossime tappe che attendono il progetto sono: l’esame da parte della Commissione consiliare urbanistica; l’adozione della variante dal Consiglio comunale (dalla data di adozione decorrono 60 giorni nel corso dei quali tutti potranno presentare le osservazioni formali); l’esame da parte della Conferenza paesaggistica con Regione e Soprintendenza. Infine il voto finale in Consiglio comunale per l’approvazione (o la bocciatura) definitiva.
Critiche al progetto arrivano dall’associazione Idra. Il contributo, firmato dal presidente Girolamo Dell’Olio, ritiene che “il Comune avrebbe dovuto inserire i terreni nel parco fluviale dell’Arno un habitat rispondente alle caratteristiche del tradizionale genius loci del Pian di Ripoli”. Scendendo nel dettaglio del progetto, si afferma: “L’inserimento di un 5% di edificato in superficie e dunque di un equivalente tasso di impermeabilizzazione del suolo, è stato presentato come inoffensivo o addirittura migliorativo della qualità ambientale dell’area. Chiediamo in proposito che il proponente produca i dati relativi all’ecobilancio dell’ipotesi di progetto, in relazione alle esigenze di approvvigionamento e di consumo legate alla prevista pressione antropica sui luoghi e nelle arterie di accesso ai medesimi (considerando che naturalmente la nuova destinazione risulterebbe di fatto attrattiva di incrementi di flussi di mobilità), alla manutenzione delle strutture, alle opere di irrigazione”.
Leonardo Mastragostino, presidente dell’associazione Il Pianeta (per la tutela della natura e dell’ambiente, della salute, del patrimonio storico e paesaggistico) presenta una serie di appunti: “Lo sconvolgimento di quasi tutti i suoli provocherà con certezza problemi in particolare alla microfauna dei terreni e alla flora naturale – afferma – Non meno importante considerare, a fronte del ripetersi di siccità estive, che i 10 campi quasi tutti naturali, richiederanno alti consumi idrici di mantenimento. L’orientamento dei campi da gioco, che vuole rispecchiare l’andamento dei campi agricoli, ovvero l’antica centuriazione, appare come un espediente superficiale di rispetto a un contesto rurale e storico dai profili sostanzialmente diversi: non bastano erba e linee di contorno al rispetto effettivo dei luoghi. E’ il campo agricolo in sintonia alla centuriazione romana e non il campo di calcio”.
Secondo la fonderia artitsica Art’ù di Grassina “sarebbe bello che il bellissimo progetto per il Centro sportivo Acf Fiorentina, pur non riguardando un edificio pubblico, prevedesse una minima percentuale da destinare alla realizzazione di una o più opere d’arte” e si dice disponibile a collaborare.
Sinistra civica chiede a Commisso di realizzare una palestra, a scomputo oneri urbanizzazione, per la scuola Agnoletti (Padule) dedicata principalmente allo sport integrato.
La destinazione pubblica dell’area a verde, prevista a prato e olivi, in prossimità della rotonda di Quarto è chiesta da quattro “ex”: l’ex sindaco Luciano Bartolini, gli ex segretari comunali del Pd di Bagno a Ripoli Danele Olschki e Gian Bruno Ravenni e l’ex assessore Claudio Tonarelli.
L’ex consigliere comunale Pier Luigi Zanella chiede invece di conoscere quali sono le aree che la Fiorentina cederà gratuitamente all’Amministrazione comunale, per interventi di edilizia sociale o di pubblica utilità, come prevede la normativa del piano strutturale.
La contrarietà alle modalità dell’intervento è sintetizzata dalla consigliera comunale Sonia Redini (Cittadinanza attiva) in un documento nel quale si sottolinea “la scorrettezza se non addirittura illegittimità del comportamento del sindaco” e “la violazione delle norme che attribuiscono al Consiglio la competenza in tema di pianificazione e delle norme sulla partecipazione dei cittadini”. “Un intervento di questa portata – scrive Redini – non può essere esaminato ed approvato con un semplice piano attuativo in variante al Ruc e in anticipazione al Piano operativo, slegandolo dalla revisione generale del piano strutturale, ma deve far parte della stessa”.
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