Essere contro il centro sportivo della Fiorentina non è un peccato mortale. Libertà di opinione, prima di tutto. Mimetizzare questa posizione in un esposto alla Prefettura, dove si accampano eventuali irregolarità compiute dal sindaco, è invece un esercizio un tantino ipocrita, tuttavia comprensibile nella logica della guerriglia politica. Sorvoliamo. Premessa: io credo che il centro sportivo sia per Bagno a Ripoli l’occasione di avere sul territorio un insediamento di prestigio e, soprattutto, una tutela proprio per la piana di Ripoli che alcuni contestatori dicono di voler difendere.
Oggi quei terreni hanno destinazione agricola. Con una variante urbanistica potranno veder nascere il centro sportivo. La superficie sarà in gran parte coperta da campi di calcio in erba. Ed è proprio questa la garanzia che, in futuro, magari un’Amministrazione comunale palazzinara non possa decretarne l’edificabilità. Pensate al quartiere di Coverciano. Se negli anni Cinquanta non fosse stato realizzato il Centro tecnico federale, cosa ci sarebbe oggi al posto dei campi di calcio in una zona così appetibile? Terreni agricoli o condomini signorili? Ecco perché il centro sportivo viola è la miglior assicurazione che lì di palazzine non ne vedremo.
Torno a bomba sul tema “esposto alla Prefettura”. Secondo i proponenti (Lega, Forza Italia, Cittadinanza attiva) il sindaco avrebbe commesso delle forzature mettendo il Consiglio comunale di fronte al fatto compiuto (in realtà l’iter della variante è appena iniziato, il voto – a favore o contro – ci sarà tra 7/9 mesi). Se la procedura ha avuto delle irregolarità – cosa di cui dubito fortemente avendola seguita – lo dirà il Prefetto. E nel caso di “assoluzione” per il comportamento del sindaco mi aspetto che le opposizioni votino a favore del centro sportivo, se davvero il loro intento era solo di verificare la trasperenza della procedura. Vedremo.
Però si possono esaminare gli avvenimenti anche sotto il profilo della opportunità.
Quale avrebbe dovuto essere – secondo i firmatari dell’esposto – il comportamento di un sindaco, convinto che avere il centro sportivo sia una buona occasione per il proprio Comune? Siccome l’esposto, su questo, non espone, azzardo io le varie ipotesi.
Comportamento di indifferenza. Qualora all’orecchio di Commisso fosse arrivata notizia di quei terreni e si fosse presentato in Comune per verificare la possibilità di costruire il centro sportivo, la risposta avrebbe dovuto essere: “Chi lo sa. Tiri fuori un po’ di milioni, compri i terreni, presenti un progetto e poi vedremo”. Commisso, come qualsiasi imprenditore, si sarebbe eclissato fast fast fast.
Comportamento di preveggenza. Nell’ipotesi che all’orecchio di Commisso potesse arrivare notizia di quei terreni e che il magnate Usa ne fosse interessato, il sindaco avrebbe potuto avviare preventivamente il procedimento di variante urbanistica. Tra una decina di mesi, tanto ci vuole per fare tutti i passaggi, avrebbe potuto chiamare il presidente viola per comunicare che la destinanzione di quei terreni era compatibile col centro sportivo. Averlo saputo una anno fa! – gli avrebbe risposto Commisso – ormai il centro sportivo è in fase di realizzazione a Campi.
Comportamento “tutto in piazza”. Certo, il sindaco avrebbe potuto annunciare ai quattro venti che la Fiorentina era interessata a comprare quei terreni per farci il centro sportivo. Magari scatenando un’asta speculativa di proporzioni gigantesche, con l’infiltrazione di faccendieri e mediatori. Forse i proprietari si sarebbero fregati le mani vedendo il prezzo salire. Ma, probabilmente, la trattiva non sarebbe mai decollata. E in questo caso sì, che la magistratura avrebbe dovuto metterci il naso.
Comportamento di condivisione. Oppure si sarebbe potuto indire un bel referendum fra i cittadini. Cosa ci volete nella piana di Ripoli? I carciofi o i mediani (anche se talvolta le due cose coincidono)? Già, ma chi far votare. Gli abitanti delle case circostanti? Oppure tutti i cittadini di Bagno a Ripoli, compreso quelli di Quarate che arrivano prima in piazza Signoria che in quei campi? Che bella cosa la partecipazione! Però non la si può imporre e se ad un’assemblea hai cento persone su 26mila cittadini di Bagno a Ripoli, oggi è grasso che cola.
D’altronde la nostra è una democrazia rappresentativa. I sindaci, le giunte, sono organi di governo. Governare significa fare delle scelte nell’interesse dei cittadini dai quali si è ottenuto il consenso alle elezioni (la forma più ampia e democratica di referendum) e ai quali si rende conto al voto successivo. Così come deve rendere conto ai propri elettori ogni singolo consigliere comunale. Sono i cittadini che devono giudicarne comportamento e autonomia, non qualche forza politica che si arroga il diritto di decretare se gli altri sono più o meno asserviti, mantenendo per sé un’auto celebrata verginità, peraltro tutta da dimostrare (anche i “no” possono celare interessi inconfessabili).
arrampicarsi sugli specchi…
Mancanza di argomenti per replicare…
Bravissimo Francesco, condivido al 1000 (mille) per 100 tutto, anche la replica alla replica.
Non dimenticherei che ci sono in ballo 50 milioni di lavori e di questi tempi non li butterei via.
I Ripolesi ci mettono 220.000 mq di verde “degradato” cioè di campi lasciati a bella posta non coltivati, ma coltivabili e capaci di assolvere al loro lavoro di raccoglitori di CO2 e rilasciatori di ossigeno. Per capire la differenza coi campi di calcio consiglio di informarsi su come vengono costruiti in modo da evitare che qualsiasi forma di vita animale o vegetale li vada a sciupare e come viene assicurato il loro drenaggio. Ma qualcuno sfrutterà il lavoro da fare. Quante ditte Ripolesi saranno coinvolte? Quante maestranze Ripolesi o anche italiane saranno utilizzate? Oppure, visto il costo orario ci lavoreranno ditte di chi sa dove con maestranze di chi sa quale paese? E il surplus di valore pagato per il terreno grazie alla promessa nuova destinazione, circa 4.000.000€, dove sono ora? A Bagno a Ripoli? Ha già, ma ai Ripolesi rimane l’onore di ospitare il CS che non ha prezzo né in termini economici, né in termini di salute ambientale.
Buongiorno Signor Umberto le chiederei un paio di chiarimenti.
L’ossigeno rilasciato dai 220.00 mq di verde “degradato” viene sfruttato solamente dai ripolesi?
Come funziona in viale europa non entra? e a Ponte a Ema c’è una divisione tra l’ossigeno per i ripolesi e i cittadini fiorentini? Perchè se così non fosse non sono i ripolesi che ci mettono il famoso verde degradato ma una buona parte della città metropolitana.
Altro punto, lei vorrebbe solamente imprese e maestranze ripolesi ? Nelle attuali aziende ripolesi ci sono solamente “maestranze” ripolesi? Per sua conoscenza/esperienza tutti i lavori pubblici e privati nel comune ripolese sono stati appaltati a ditte ripolesi?
In pratica il suo motto è “Prima i Ripolesi”.
Questo però è un ragionamento che si potrebbe fare anche alla rovescia, con che diritto i Ripolesi potrebbero/dovrebbero andare a lavorare a Firenze o in qualsiasi altra parte ?
Ultimo appunto, dire che qualcuno sfrutterà il lavoro da fare è un concetto arcaico, il lavoro (naturalmente regolamentato e controllato) non è solamente “sfruttamento” ma rende liberi e crea dignità umana, io lo chiamerei opportunità.
Buone feste
Non so che lavoro fa lei Piero, ma io ho lavorato tantissimo e ancora lavoro e in ditte private, quindi non ho bisogno che qualcuno mi spieghi quanto sia soddisfacente se, appunto ben regolamentato e adeguatamente retribuito. L’ambiente non è ovviamente modificato per i Ripolesi, ma per tutti. Questa operazione è stata però presentata dal Sindaco come grande vantaggio locale e questo punto va chiarito. L’altro punto da chiarire è dove vanno realmente i guadagni di questa operazione, se in gran parte solo a pochi e gli spiccioli a qualcun altro o se tutta la comunità, non solo ripolese , ha un ritorno che non sia solo morale. Comunque deve essere chiaro che, perché non viene spiegato chiaramente, che in questa operazione qualcuno ci ha già fatto un lauto guadagno personale (solo per sé stesso) e che per l’intera comunità verranno irrimediabilmente alterati 220.000mq di terreno verde. Per chi il prezzo vale la candela, è soddisfatto, per chi no, ha subito una grossa perdita. Basta essere chiari in modo che chiunque possa dare il suo giudizio. Se si dicono solo mezze verità si fa un’operazione scorretta. Buon Natale anche a lei.
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