Lo stadio del Grassina è un sogno per i tifosi rossoverdi ma già un progetto per il presidente della società Tommaso Zepponi e per suo padre, Tullio, proprietario del Grassina, oltre che della Zetati, azienda di borse con sede a Scolivigne. Anzi un'”idea -progetto”, come tende a sottolineare Tommaso Zepponi per non calcare troppo la mano e mantenere un profilo basso. Il cammino trionfale della squadra nel campionato di Eccellenza, con la fondata speranza di giocarsi fino all’ultima gara la promozione in serie D, ha rinvigorito la passione della tifoseria e messo le ali al “sogno satdio”.
Sul tavolo del presidente Zepponi c’è il fascicolo con lo studio di un architetto che ha già fatto i primi rilievi. L’idea è di adeguare l’impianto della Casa del popolo alle nuove esigenze del Grassina. Il terreno di gioco, da coprire con manto in sintetico, va allargato in modo da avere misure regolamentari per incontri di serie D e Lega Pro. Lo spazio necessario verrebbe “rubato” sul lato della tribuna che sarebbe completamente ricostruita arretrandone la posizione rispetto all’attuale. Una seconda tribuna nascerebbe sul lato corto del campo verso il parcheggio. Sotto alle due strutture verrebbero ricavati i locali per gli spogliatoi, una palestra e un centro di fisioterapia. Dietro alle attuali tribune, dove ora c’è una striscia di terreno pianegiante usato dalle squadre per il riscaldamento, sarebbe realizzato un campo a sette, con illuminazione, da poter dare in affitto: un modo per incrementare gli introiti.
Costo della ristrutturazione: circa due milioni di euro. “Un impegno finanziario importante nel quale saremmo supportati anche da alcuni dei nostri sponsor”, dice Zepponi. Al costro della ristrutturazione va aggiunto quello per l’acquisto del terreno di gioco che è proprietà della Casa del popolo. Lunedì si è riunito il consiglio direttivo della Cdp dal quale sarebbe emersa una posizione favorevole alla vendita. Oltre al campo di calcio verrebbe ceduta anche tutta l’area attualmente coperta dal parcheggio asfaltato, dalla parte in sterrato che viene usata saltuariamente e dal campetto di calcio dove giocano i ragazzini. L’intenzione di Zepponi è di raddoppiare i posti auto portandoli da 80 a 160.
Il progetto, però, non si ferma alle strutture. “La nostra intenzione – dice Zepponi – è di dare un futuro al Grassina calcio. Oggi paghiamo l’affitto alla Casa del popolo per gli allenamenti e l’affitto al Belmonte per giocare una partita ogni due settimane sul campo di Ponte a Niccheri e fare un allenamento settimanale ma senza l’uso degli spogliatoi. Inoltre non abbiamo il settore giovanile. Quanto potremmo andare avanti in queste condizioni?”. Ecco quindi che alla ristrutturazione dell’impianto della Casa del popolo si affianca la volontà di ricostruire un proprio settore giovanile, ritenuto fondamentale per fornire giocatori alla prima squadra senza dover pagare premi di valorizzazione.
Grassina calcio e Casa del popolo hanno già iniziato a parlarsi. Ma per chiudere la triangolazione, per usare un termine calcistico, occorre anche la sponda del Comune. Un intervento di questa portata non può essere attuato senza le autorizzazioni dell’ente pubblico che, almeno fino ad ora, aveva puntato sul potenziamento dell’impianto Pazzagli di Ponte a Niccheri (dove verrà realizzato nei prossimi mesi un secondo campo di calcio e nuovi spogliatori con 445mila euro finanziati dal Coni).
“I rapporti con l’Us Grassina sono da sempre ottimi così come lo sono con le altre società sportive del territorio, non solo calcistiche – commenta il sindaco Francesco Casini – E credo che alcuni successi conseguiti negli anni dipendano in parte anche da questo dialogo proficuo con l’Amministrazione. Per quanto riguarda il nuovo impianto sportivo del Grassina, siamo da sempre disponibili a parlarne e discuterne. Ricordiamo però che siamo di fronte a un investimento privato (dell’Us Grassina) su un’area privata (della Casa del popolo). Se si tratterà di una semplice ristrutturazione edilizia dell’impianto esistente per adeguarlo agli standard richiesti dalla Serie D, i due privati dovranno trovare autonomamente un accordo e se l’intervento interesserà i volumi già esistenti non ci sarà alcun tipo di problema per il Comune. Se invece dovesse trattarsi di un ampliamento consistente dell’impianto con realizzazione di annesse strutture commerciali o altre strutture sportive, si renderà necessaria una variante urbanistica, occorrerà comprendere anche quali saranno le nuove possibili soluzioni per la viabilità della zona. Questo ovviamente richiederà degli studi più approfonditi. Quando la società ci presenterà un progetto e un piano di investimenti definito saremo pronti a discuterne seriamente e concretamente”.