“Tollero di essere svegliato dalla sirena dell’ambulanza, perché so che qualcuno ne ha bisogno. Tollero il rintocco delle campane di notte, perché so che per qualcuno è importante. Il problema è che cinquant’anni fa all’Antella c’era più tolleranza. Oggi non l’abbiamo più”: un intervento tanto stringato e asciutto quanto efficace quello con cui Tiberio Bacci ha, di fatto, chiuso il dibattito sui problemi del Pavoreal all’Antella. Uno dei più tenaci “contestatori” di ciò che aviene all’uscita della discoteca dell’Antella, Andrea Pizzirani, ha ammesso che quelle parole lo hanno fatto riflettere. Il successo dell’incontro sul Pavoreal come opportunità o come problema per il paese, organizzato da Andrea Rontini al Crc Antella, sta tutto in questo scambio di opinioni. Lasciata da parte la tasteira del computer e messi nell’armadio i toni sempre un po’ sopra le righe dei post su Facebook una sessantina di cittadini dell’Antella si sono incontrati per affrontare il tema guardandosi in faccia, come si faceva un tempo (e come sarebbe importante continuare a fare). Quasi una ventina gli interventi, fra i quali quelli del sindaco Casini e dell’assessore Minelli, con l’impegno di riverdersi a settembre prima dell’avvio della nuova stagione del Pavoreal (che ha chiuso i battenti venerdì scorso). Presente al dibattito, ma silenzioso, il parroco don Moreno.
Nessuna soluzione da bacchetta magica per il problema degli schiamazzi all’uscita dalla disceteca fra le 4 e le 5 del mattino, unico vero problema ricorrente al quale si affiancano episodici atti di vandalismo (in netta diminuzione ultimamente), e qualche comportamento incivile (orinare sui cancelli, abbandonare bottiglie). L’impatto zero per svariate centinaia di giovani che si riuniscono in un luogo è pura utopia, però possono essere rafforzati alcuni correttivi. Proprio per venire incontro ai problemi della popolazione i gestori del Pavorela, ieri presenti Francesco Socchi e Marco Rontini, hanno varato ultimamente un servizio di stevard che cerca di mitigare il tono della voce di chi esce dalld iscoteca e reprimere i cori da stadio che spesso di alzano: “L’anno scorso con la Fiorentina prima in classifica era un dramma ogni sera”, ho ricordato Socchi. Certo quest’anno il problema di chi gridava “salutate la capolista” non si è verificato. Gli stessi gestori, all’alba, girano per il paese e per i giardini raccogliendo le bottiglie vuote abbandonate. I volontari della Vab fanno sorveglianza contro il parcheggio selvaggio.
Dal dibattito è emerso che nessuno vuole la chiusura del Circolo, definito da Andrea Rontini “il cuore pulsante del paese”, e che il gettito dai gestori del Pavoreal è vitale per le tante attività del Crc altrimenti a rischio. “Il degrado qui? Caso mai di là dal poggio – ha speigato il giovane Antonio Matteini, grassinese e socio sia del Crc che della Casa del popolo – Faccio servizio al bar della Cdp, che ha molte meno attività del circolo dell’Antella, proprio perchè mancano introiti per sostenerli. Non un giuorno ma tutti i giorni vedo ragazzini con gli spinelli dentro la Casa del popolo e ho anche paura a dirgli qualcosa. Dietro la Cdp ogni notte c’è chi tiene lo stereo col rap a tutto volume”. Il sindaco ha preso l’impegno di verificare la possibilità di estendere uleteriormenete, magari non tutti i venerdì, la sorveglianza della polizia municipale e ha confermato che verrà installata una telecamera in via Togliatti. C’è chi ha chiesto più controlli sull’alcol e chi un parcheggio dedicato agli “invasori” lontano dalle case, chi multe alle auto in sosta selvaggia e chi più lampeggianti in giro. “Non faccio propmesse perché non voglio prendere in giro nessuno – ha detto Socchi – Molto abbiamo fatto e altre cose sono disposto a fare. Sono sempre al circolo se qualcuno ha un problema specifico, può venire a parlarne e se posso vedo di risolverglielo: Chiedo scusa per i disagi ma molto di più non penso di poter fare”. “Continueremo questo confronto anche col Comune – ha annunciato Rontini – cercando un equilibrio tra sostenibilità economica e situazione di decenza interna al paese”. E’ l’inizio di un percorso. Prossimamente qui.