Il progetto di ampliamento dell’ Isf (International school of Florence), nota anche come Scuola Americana, di via del Carota, a Ponte a Ema, sta diventando la pietra dello scandalo dell’attuale amministrazione comunale. Mobilitazione dei cittadini che vogliono difendere la valle di Rimezzano, dove è previsto l’ampliamento di 9.500 metri quadrati, con ricorso al Presidente della Repubblica, candidati alle primarie del Pd che prendono le distanze (anche se in consiglio comunale il partito ha votato compatto a favore insieme a Italia Viva e Cittadini di Bagno a Ripoli).
Sindaco Casini, viene contestato il progetto e le rinfacciano la mancanza di partecipazione dei cittadini alla decisione.
“Il procedimento è stato rigoroso e rispettoso di tutti i passaggi necessari e previsti dalle leggi in materia di urbanistica e governo del territorio, anche per quanto riguarda la partecipazione. È un procedimento che parte da lontano, addirittura dal 2017, con la manifestazione di interesse con cui tutti i soggetti, sia pubblici che privati, direttamente o indirettamente coinvolti sul territorio comunale, sono stati invitati ad avanzare proposte in materia di governo del territorio. Tra le proposte, il Comune ha ricevuto anche quella della International school of Florence di ampliare la propria sede, vagliata dall’Amministrazione e ritenuta accoglibile. Non dimentichiamo che si parla di una realtà d’eccellenza nel campo della formazione, di livello altissimo, presente a Bagno a Ripoli da decenni, che costituisce un elemento qualificante della nostra offerta formativa”.
I cittadini sono stati coinvolti in modo sufficiente?
“L’iter di aggiornamento degli strumenti urbanistici, fino ad arrivare all’approvazione definitiva del nuovo Piano operativo e del nuovo Piano strutturale, è durato oltre sei anni, si è esteso per due mandati (2014/2019 – 2019 in corso) e ha coinvolto come previsto tutti gli enti interessati (Regione, Metrocittà, Soprintendenza, Commissioni consiliari e paesaggistiche) con passaggi pubblici e trasparenti, fino ad arrivare all’adozione in Consiglio comunale. Questa, come da normativa, è stata seguita dal periodo di osservazioni dei cittadini di 60 giorni, anzi alcune osservazioni sono state accolte anche se avevano sforato i tempi. Le osservazioni sono state poi discusse in numerosissime commissioni urbanistiche, contro-dedotte, approvate o respinte dal Consiglio comunale. Trascorso il tempo necessario per recepire le osservazioni, attraverso un meticoloso lavoro delle commissioni urbanistiche sempre pubbliche e aperte si è giunti alla approvazione del nuovo Piano aoperativo al cui interno è prevista l’ampliamento della Isf. Infine, si è svolta una Conferenza finale che ha ricevuto di nuovo l’ok da parte di tutti gli enti pubblici coinvolti: Comune, Città metropolitana, Regione e Soprintendenza. Un percorso rigoroso, aperto, trasparente. Che ha visto tutta la giunta, il Consiglio comunale e le Commissioni, partecipare e poi approvare le previsioni”.
L’assessore Pignotti ha detto di aver fatto presente in giunta le sue perplessità sul progetto.
“Sull’ampliamento della Scuola, durante tutto questo lungo iter, non c’è mai stata da parte di nessuno alcuna particolare presa di posizione. Fino a quando, pochi mesi fa, su sollecitazione di alcuni vicini dell’Isf, ed oggi da parte di taluni, se ne è fatta una battaglia politica”.
Ad ora cosa prevede il progetto di ampliamento?
“Le previsioni di ampliamento del campus sono soltanto di natura urbanistica. Non c’è alcun permesso a costruire. Siamo lontani dalla realizzazione vera e propria dell’intervento e abbiamo tutto il tempo per lavorarci. Sicuramente ci sono tematiche da affrontare prima di arrivare al rilascio del permesso a costruire, come è stato evidenziato nella stessa variante urbanistica”.
Appare abbastanza evidente un problema relativo al traffico dei veicoli nella zona.
“La mobilità è senza dubbio un tema da affrontare con misure e accorgimenti che evitino ricadute e problemi per tutta l’area. Siamo ancora in una fase work in progress, di studio in divenire. L’Isf è una eccellenza non solo di Bagno a Ripoli o Firenze, ma a livello internazionale e il dibattito e il dialogo con la Scuola è continuo. Penso che la Scuola sia la prima a prestare attenzione e sensibilità al tema della sostenibilità ambientale, con l’ambizione di realizzare un intervento di qualità: è una realtà che vuole fare formazione, non chissà quale altro tipo di intervento. Prova ne è che la Scuola ha voluto potenziare la propria proposta formativa, il proprio campus. Ricordo che lì è prevista una scuola, dall’asilo nido fino alla quinta superiore, non certo la costruzione di appartamenti. Penso sia un elemento da sottolineare come è da sottolineare la qualità della Scuola. Firenze diventerà un punto di riferimento per questa tipologia di offerta formativa internazionale. Su tutto questo si è basata l’Amministrazione per accogliere la previsione di ampliamento della Scuola”.
La nuova Amministrazione comunale che nascerà dalle elezioni di giugno potrebbe tornare indietro?
“Tutto si può fare. Certo, sarebbe stato opportuno che chi è contrario si fosse palesato prima. E questo fa pensare a come nei periodi di campagna elettorale, spesso dei temi diventino argomenti del contendere mentre pochi mesi prima sono stati discussi e approvati in scioltezza e con grande convinzione. Tuttavia, sono il primo a sostenere che i volumi riguardo l’ampliamento siano eccessivi e si possano rivedere”.
I responsabili dell’Isf saranno d’accordo?
“Sono convinto, conoscendo il management dell’Isf e la sua sensibilità, di poter trovare una formula. La Scuola oggi vanta un diritto, che è quello di poter ampliare il campus, opportunità più che approvata, pubblicata sul Bollettino regionale con tutti i crismi. Ma sono convinto che si possa trovare insieme una soluzione per ridurne l’impatto, penso che sia decisamente opportuno. I volumi possono essere ridotti senza snaturare la qualità del progetto. E si possono trovare le soluzioni, anche suggerite e pensate insieme ai cittadini, in termini di mobilità ad esempio, per portare avanti un progetto di così grande rilevanza senza effettivamente andare a intaccare una delle valli più belle, che amo e frequento spesso, e a cui sono affezionato. Va anche ridimensionato l’aspetto emotivo di questo intervento ben lontano ancora dal realizzarsi ed evitare la strumentalizzazione classica da campagna elettorale che porta poco lontano e sicuramente non a decisioni che fanno il meglio per il territorio e le sue realtà”.
Come coinvolgere i cittadini?
“Abbiamo aperto con i cittadini di via del Carota un’ottima interlocuzione sono certo che porterà a trovare una giusta sintesi, come abbiamo fatto sempre. Purché non si scada nelle strumentalizzazioni e ribadendo che sarebbe stato opportuno, se qualcuno era così contrario, che avesse sollevato prima la questione”.
Ma Pugnotti veramente non era d’accordo?
Qualcosa non torna perché se non era d’accordo non avrebbe certamente votato a favore.
O si?
Boh… ma ci sarà continuità con le scellerate scelte urbanistiche portate avanti fino ad ora o discontinuità come chiede da anni Cittadinanza Attiva per voce di Sonia Redini?
Casini insiste nel dire che la ISF è un’eccellenza.
Ma questo significa che così si giustifica la rovina di Rimezzano?
Secondo lui questo è stato il criterio seguito. Complimenti!!
Inoltre la ISF è un’eccellenza che opera in un mondo che non è proprio quello della normale popolazione.
Anche questo chiarisce i criteri che hanno guidato il sindaco. Non ci pare che abbia messo lo stesso impegno per l’edilizia popolare.
Inoltre ci informa che la viabilità è un problema work in progress.
Ma la collocazione di in struttura del genere non andava vista subito nel suo impatto urbanistico?
Non si può mettere un elefante in cristalleria senza studiarne le conseguenze.
Ma questo richiede una considerazione “sistemica”degli atti amministrativi e questa giunta e in particolare Casini non hanno alcuna capacità di analisi sistemica e l’hanno ampiamente dimostrato.
Ma oltre a non essere capaci sono anche tesi ad accontentare i grossi enti privati con buona pace del territorio e della popolazione.
Infine veramente penoso il tentativo di Pignotti di sfilarsi dalle sue evidenti responsabilità. Sono questi i nuovi amministratori? Un bel passo avanti!
Spiace che il Sindaco continui a non capire (o a far finta di non capire) che col preoccupante cambiamento climatico stiamo vivendo una fase ben diversa da quella delle “magnifiche sorti e progressive” del recente passato; e che la preoccupazione maggiore di un amministratore che fino a questo momento ha sperperato – con la responsabilità di Regione, Città Metropolitana e Soprintendenza – decine di ettari di suolo evidentemente non percepito per quello che è, ovvero BENE COMUNE, a vantaggio di lobby private (società sportive di calcio e di tennis, alberghi ecc.) dovrebbe essere ora quella di non consumare più suolo, almeno con le stesse finalità, tutte correlate alla speculazione di pochi, in barba alle tante osservazioni di associazioni e cittadini che sono state platealmente ignorate. Tanto più in una valle come quella di Rimezzano, il cui pregio viene ora riconosciuto pure da Casini, ma è da tanto tempo codificato da leggi e normative nazionali, regionali e provinciali e persino dagli strumenti urbanistici comunali. E non si usino – per la prevista nuova scuola che per l’areale di gravitazione che ha dovrebbe essere collocata in un centro urbano ben servito da una rete di comunicazioni pubbliche – termini fuorvianti e anzi ingannevoli come “ampiamento” e “ipogea”..,.
Vedo che tutti ritengono che stare a Bagno a Ripoli sia molto piacevole, al punto che arrivano qua e rendono questo posto sempre più deturpato da mostri. Niente si fa per proteggere il nostro meraviglioso ambiente, ci si inventano parole sulla sostenibilità ma ogni intervento è uno schiaffo che noi abitanti dobbiamo prendere e zitti. Sento tante giustificazioni allo sviluppo di questi progetti che non reggono proprio. Le aree sono di pregio paesaggistico. Qui nessuno merita il nostro prossimo voto mi pare. Scusatemi, possiamo solo guardare impotenti e sconsolati quello che stanno facendo, tanto i nostri sforzi per opporci sono inutili.
Condivido i commenti precedenti e li sottoscrivo.
Invito la cittadina che si dice scoraggiata a non demordere e a sostenere chi a Bagno a Ripoli si batte perché le cose cambino.
Mollare vorrebbe dire consegnarsi in toto nelle mani di coloro che oggi portano avanti queste politiche scellerate.
Certo, una amministrazione che produce cittadini così scoraggiati ha per ciò solo fallito.
Ultima notazione; il Sindaco dice che l’istituto vanta il diritto di ampliare la propria scuola, perché il piano è approvato.
A parte il fatto che questo intervento non è un ampliamento, ma un edificio completamente nuovo molto più grande di quello attuale e staccato da esso, è bene ricordare che i piani urbanistici non fanno sorgere alcun diritto ad edificare, questo sorge solo con il permesso di costruire, con una convenzione o atto simile.
Fino a che questi atti non sono rilasciati, l’amministrazione ben può rivedere le sue previsioni, con adeguata motivazione che qui certo non manca.
Quindi, si deve insistere per l’azzeramento di questa previsione e per una collocazione del nuovo istituto in un immobile esistente, come la villa Pedriali, oggi vuota e in vendita.
Che poi la scuola sia “una realtà d’eccellenza nel campo della formazione, di livello altissimo…”, come dice il Sindaco, è tutto da dimostrare.
Considerando i fatti, mi sembra invece che in quella scuola ci sia ancora tanto da imparare!
La International school of Florence è certamente un’eccellenza. I commenti che si leggono qui sotto sono semplicemente aberrazione della realtà. Visione distorta di come si tutela il territorio.
Paolo Sani
Gentile Paolo,
Lei sta proprio farneticando, apra gli occhi e guardi la realtà territoriale
Carissimo Direttore, La ringrazio per avere dato spazio all’intervento del Sindaco che ci permette di capire e dare un senso a questo intervento edilizio che di senso ne ha ben poco. Chi ha studiato architettura negli anni ’70, come il sottoscritto, ben si ricorda che mentre (in pochi) ci si batteva contro l’espansione a Nord Ovest di Firenze (fermata dalla famosa telefonata di Occhetto) si guardava ai Comuni delle colline fiorentine come contrappeso in quanto fulgido esempio di urbanistica ben governata e che faceva della difesa del paesaggio collinare il loro vanto.
Questo vanto sembra all’improvviso essere venuto meno.
Cito due episodi a proposito.
Uno è il Frantoio Buonamici nel Comune di Fiesole, un “pugno nell’occhio” a detta di Italia Nostra per un edifico, piazzato proprio in cima alla Valle incontaminata di Ontigrano, di 7200 metri cubi di cemento armato dove l’interramento dovrebbe coprire in parte la bruttezza del manufatto, ma che tutti possono constatarne l’impatto visivo da tutti versanti lo si guardi: un vero pugno nell’occhio.
L’altro è il progetto del cosidetto ampliamento della Scuola Americana, Ora per ampliamento in genere si intende in genere l’aggiunta di una camera ad una casa perchè nasce un nuovo figlio (così facevano i nostri avi contadini) o la necessità di ampliare un capannone per il lavoro aumentato. Ma in questo caso (che ci azzecca? direbbe Di Pietro) si tratta di vero e proprio nuovo progetto di 9000 metri quadri che vanno a modificare pesantemente il versante collinare di una delle più belle e intatte valli delle colline ripolesi.
Che sia un nuovo progetto lo dice anche il Sindaco Casini che parla di “campus”.
Ora un campus nella accezione corrente si intende uno spazio dove srudiano, vivono, risiedono stuidenti, professori (residenti e no), che sono dotati di mense, biblioteche, laboratori, palestre, squadre di atletica e di basket, etc, che ne fanno una vera e propria cittadella della formazione scolastica universitaria americana.
Parlare di campus è (spero) completamente fuorviante ma conoscendo la vocazione “espansionista ” del modo di pensare negli USA francamente preoccupante.
Che peraltro i progettisti si siano resi conto di essere protagonosti di un vero e proprio “stupro” del paesaggio collinare lo sta a dimostrare la madornale balla della architettura ad ipogeo citata dai progettisti. Ora l’architettura ad ipogeo è tipica della cultura etrusca che usavano inumare i loro morti in splendide tombe da ricoprire completamente di terra. Ora, è vero che i progetti sembrano voler nascondere la vergogna dello “stupro” edilizio ma il risultato fa pensare più ad una architettura cimiteriale che ad un plesso scolastico.
Potrebbe essere una idea per i futuri investimenti comuali in questo settore.
Ma la cosa più eclatante (e qui il Sindaco non interviene nè dà risposte) è il rischio idrogeologico connesso a questo intervento.
Che la fragilità dei versanti sia una delle ragioni (oltre al paesaggio inteso come bene comune inalienabile e imperscrittibile anche per le future generazioni) per cui in passato si costruiva sui poggi e sui pianori e mai a mezza costa dovrebbe sconsigliare un buon amministratore dal permettere di aggredire il pendio della valle del Rimezzano con un intervento edilizio che comporterà uno scasso di circa 7 metri di profondità esteso per diverse centinaia di metri lineari. O si intende artificializzare la collina con centinaia di micropali per frenare il naturale cedimento del suolo a valle dell’edificio oppure il versante collinare è destinato giocoforza a smottare lentamente a valle con tutte le conseguenza immaginabili. Qualcuno ha ricordato la non lontana alluvione che ha ingrossato in pochi istanti il fosso che scorre sul fondo della valle e ricordo a tutti che i recenti disastri nella piana di Campi sono stati causati da torrentelli e non da grandi corsi d’acqua e ricordo che in fondo alla Valle di Rimezzano c’è l’abitato di Ponte a Ema che, seppur fiorentini, non credo abbiano piacere a vedersi inondati dalle acque.
Infine, assistiamo, in primis a Firenze, alla continua denuncia del mancato utilizzo di edifici enormi che giaciono senza un uso da anni (da San Giovanni di Dio ai Conventi in dismissione in tutta l’area fiorentina).
Ma è possibile, a proposito di città meropolitana , che a queste esigenze avanzate dalla scuola americana non si riesca a trovare una dignitosa e meno insensata soluzione alla vicenda facendo riferimento a tutte le risorse che ci sono in tutta l’area fiorentina invece di lasciare i singoli comuni a contrattare/svendere il proprio territorio?
O l’area metropolitana è il fallimento della cooperazione e della intesa tra i comuni?
Se è così si abbia il coraggio di dirlo pubblicamente e dichiararla defunta. Si risparmierebbero tempo e denaro.