Sindaco Casini, tra pochi giorni (il 9 maggio) scadranno i termini per le osservazioni di associazioni e singoli cittadini sul nuovo Piano Operativo di Bagno a Ripoli. La prima versione del piano è già stata ampiamente modificata. Se da un lato questo significa che sono state accolte molte modifiche chieste nelle assenblee pubbliche, dall’altro sorge il dubbio che il Piano Operativo sia stato fatto con troppa leggerezza, non le pare?
“Non è così. Noi siamo stati chiari fin dall’inizio. Nel 2017 si è dato avvio ai nuovi strumenti urbanistici con una manifestazione di interesse. Chiunque aveva idee per lo sviluppo di Bagno a Ripoli, anche non per interesse personale, poteva presentarle. Ne sono arrivate molte, che abbiamo raccolto e presentato, su cui si è aperta una discussione”.
Prima di inserirle nel Piano Operativo le avrete valutate.
“Certo, ma ancora si era molto lontani dall’approvazione. All’inizio è stato un piano di partecipazione che, contrariamente a quanto viene detto da alcuni, è stata vera, con proposte serie da dibattere, non un prendere o lasciare. Abbiamo valutato insieme a cittadini e imprese. Niente di precostituito è stato portato avanti”.
Però le previsioni per Osteria Nuova, per esempio, sono state completamente stravolte. Erano state ipotizzate edificazioni e la creazione di un bypass stradale poi cancellate.
“Osteria Nuova è un caso particolare. Le previsioni risalgono al piano del 1999 che riportava giuste istanze di cittadini costituiti in cooperativa. Abbiamo lavorato con la proprietà per ridurre le volumetrie. Quel piano porterà migliorie per Osteria con nuovi parcheggi e un nuovo parco giochi. La frazione in questi anni è rimasta bloccata proprio per lo stallo su quell’intervento urbanistico”.
E il bypass stradale prima previsto ed ora eliminato?
“Non facendo più l’intervento edificatorio sotto la Casa del popolo non ha più senso farlo”.
Anche una struttura turistica abbastanza invasiva, tra Sorgane e Bagno a Ripoli, è stata prima prevista e poi cancellata.
“Molti cittadini, non tutti, non l’hanno apprezzata. Prevedeva un parco e una piscina comunale. Il parco, come è noto, lo faremo lo stesso. Grazie alla discussione con i cittadini la previsione è stata modificata in riduzione”.
C’è davvero bisogno delle tante tante nuove abitazioni previste dal Piano Operativo?
“Smentisco la diceria che questa Amministrazione abbia previsto nuove costruzioni. Le previsioni sono state drasticamente ridotte, quasi dimezzate, rispetto a quanto indicato nel 2015. Le previsioni edificatorie a uso abitativo sono state ridotte a Antella, eliminate a Capannuccia, non ne sono presenti a Grassina. L’unica nuova previsione di alloggi è nella piana di Ripoli per un totale di 6.000 metri quadrati di superficie edificata. Ma la popolazione del comune non aumenterà, continueremo a essere tra 25 e 26 mila abitanti”.
Allora per cosa servono le case in più? Non era sufficiente il recupero dei tanti immobili inutilizzati? La spiegazione a suo tempo data in Consiglio comunale, circa l’aumento dei nuclei familiari a causa delle separazioni, non sta in piedi: chi si separa, di solito, poi si riaccoppia, non occorrono nuovi alloggi per questo.
“Negli ultimi anni c’è stato un aumento del numero dei nuclei familiari. Ci sono figli che cercano abitazione vicino ai genitori ed è una richiesta legittima. Anche se sappiamo di non poter dare risposte all’infinito proprio per contenere il consumo di suolo. Inoltre i dati dei nuovi nati a Bagno a Ripoli sono in controtendenza con un leggero aumento rispetto al passato. Per questo il recupero dell’esistente non basta. In questi anni abbiamo avuto una migrazione da Bagno a Ripoli verso i comuni del Valdarno. Quel 50 per cento di case rimaste nelle previsioni è la quota minima necessaria a Bagno a Ripoli”.
E nasceranno in fazzoletto di territorio in cui non erano previste costruzioni.
“Sì, non era previsto niente ma era un errore. Bagno a Ripoli ha bisogno di una ricucitura funzionale. Faremo vedere presto i progetti di come diventerà. Principalmente saranno costruiti servizi per i cittadini, a cominciare da un asilo nido, e un centro culturale, locali che potranno essere adibiti anche per attività sportive o commerciali”.
Non conveniva tenere quell’area “di scorta” per eventuali esigenze future? Magari un Palasport o una piscina?
“Tenere un’area libera non è urbanistica. Nel Pian di Ripoli la ferita più forte, sotto il profilo paesaggistico, è l’immobile del Gobetti Volta. Una scuola importantissima per il territorio che, spero, abbia dal Pnrr le risorse per essere riqualificata. Per quanto riguarda gli impianti sportivi, andremo a sopperire puntando ad un finanziamento, per il quale abbiamo le carte in regola, per costruire una nuova palestra dietro la scuola del Padule. Non un palasport ma una bella palestra, che potrà essere usata dalle società del territorio. Il vero palazzetto a Bagno a Ripoli c’è già: è la la palestra del Gobetti Volta. Inoltre entro il 2026 faremo il completo restyling della palestra della scuola Redi”.
Insomma, nuove costruzioni per mascherare l’edificio del Gobetti Volta?
“Non esageriamo. Sarà una ricucitura del territorio nel modo migliore con costruzioni di alta qualità architettonica. Tutta l’area si inserirà nel sistema delle piste ciclabili e sarà servita dalla tramvia. Sarà quasi tutta pedonale con parcheggi interrati. Ridarà centralità a Bagno a Ripoli che ora sconta errori fatti in passato”.
Il Sindaco afferma che la popolazione non aumenterà (come infatti sostengono i trend demografici e le previsioni economiche negative) e che le nuove abitazioni previste serviranno a sdoppiamenti dei nuclei familiari: invece i piani urbanistici lo sconfessano perché prevedono 1500 nuovi residenti e l’edificazione di circa 500 nuovi appartamenti con ingiustificabile nuovo consumo del suolo (anche per parcheggi e altro). Il Sindaco dovrebbe poi spiegare perché rimane abbarbicato al piano regolatore del 2015 pensato e preparato in tempi assai migliori (almeno riguardo all’economia e alla situazione sanitaria e politica) e si dice soddisfatto di averne dimezzato le previsioni evidentemente anche allora irrealistiche perché rimaste inevase, e che quindi dovremmo considerare defunte con tanto di pietra tombale sopra. La realtà odierna è completamente diversa da quella di un decennio orsono: abbiamo buone leggi regionali su urbanistica e paesaggio (che purtroppo si sta irresponsabilmente cercando di smontare e di non applicare: v. Viola Park) e anche il nostra Paese ha preso forti impegni per nuove politiche internazionali di transizione ecologica ed energetica, contro le quali i due nuovi strumenti urbanistici (Piano Strutturale e Piano Operativo) di Bagno a Ripoli vanno a sbattere in modo stridente e quindi irresponsabile.
Si potrebbe aggiungere a quello che ha detto il Prof. Rombai che il Piano Strutturale vigente a cui si riferisce il nostro Sindaco affermando di dimezzarne le previsioni e’ un Piano che risale al 2011 ed inoltre era la riedizione, fortemente ridimensionata, del Piano del 1999 quando era Sindaco Mauro Zampoli. Da allora sono passati 23 anni e le questioni climatiche hanno n frattempo assunto un’importanza inderogabile. Non solo ma ora che siamo di fronte ad un nuovo Piano, quello vecchio non conta più, e non possiamo trincerarsi dietro a questo perché ciò che non e’ stato finora realizzato e’ oramai decaduto.
Inoltre giustificare nuove abitazioni con la necessità che i figli stiano vicini ai propri genitori mi sembra incommentabile. Quante case saranno fatte per riavvicinare i genitori? Pochissime e rispondendo palesemente ad alcune manifestazioni di interesse. Ma un comune che fa una pianificazione urbanistica la fa in base ai desiderata delle persone? Un cittadino che vuol stare vicino ai propri genitori si compra una casa accanto a loro, come sempre e’ stato finora. Punto non c’è altro da aggiungere a questo concetto. Altra cosa invece sarebbe rispondere ai bisogni sociali più che ai desiderata, come si dovrebbe fare soprattutto con una amministrazione di sinistra. Quante famiglie a bagno a Ripoli chiedono alloggi pubblici e a quante di queste l’edilizia residenzie pubblica può rispondere? Questi sono i bisogni. Il resto e’ semplicemente speculazione edilizia dove qualcuno guadagna consumando nuovo suolo a scapito di altri e soprattutto a scapito delle future generazioni . Basta puntate sul recupero dell’esistente senza consumare altro suolo. Basta e avanza.