“L’antenna della Telecom è nata in fretta e furia come un fungo: la Soprintendenza è stata imbrogliata”: non usa mezzi termini Giuseppe Rogantini, uno dei promotori del Comitato di “Candeli No antenna”. L’impiano contestato è stato installato lo scorso ottobre in via di Rimaggio, preso l’area di triage delle Ferrovie, in località Case Vecchie. Secondo il comitato, che il 29 dicembre scorso ha presentato un documentato ricorso al Tar (che ancora non si è pronunciato), l’antenna, alta circa 30 metri e a poca distanza dalle abitazioni, violerebbe il vincolo paesaggistico dell’area e quello di sicurezza relativo alla piazzola destinata all’atterraggio di elicotteri per la gestione delle emergenze in caso di sinistro sulla vicina rete ferroviaria.
L’imbroglio ai danni della Soprintendenza, che per questo non si sarebbe pronunciata sulla richiesta di Telecom facendo scattare il silenzio-assenso, sarebbe frutto di “un’istrutturia fuorviante” con “fotografie strumentalmente prese con la visione della sola ferrovia”. Sotto accusa anche gli uffici del Comune di Bagno a Ripoli che hanno istruito la pratica: “Ben conoscevano la delicatezza dell’area sottoposta a vincolo ma hanno ignorato la circostanza”. “Forse al sindaco Casini questa vicenda è sfuggita – dice Rogantini – di solito è attento al paesaggio e si sta battendo per ottenre l’interramento dei tralicci dell’energia elettrica”. “La tutela del paesaggio è una responsabilità delle istituzioni nei confronti dei cittadini”, chiosa il professor Carlo Sisi, ricordando che in zona sorgono immobili notificati con vincolo paesaggistico dalla dalla Soprintendenza come Villa La Massa, Villa La Tana, Villa il Palagio, Villa I cedri, la chiesa di Candeli.
“Di solito è difficile riuscire ad aggirare il vincolo paesaggistico – incalza l’architetto Maurizio Casoni – ma non in questo caso. E’ stata presentata una documentazione fotografica fuorviante cancellando il contesto in cui sorge l’antenna. La procedura a favore di Telecom è stata velocissima: da marzo a ottobre”. Il Comitato, che nella petizione firmata da alcune decine di abitanti della zona chiede l’annullamento della concessione e lo spostamento dell’antenna, sottolinea anche la “mancanza di un percorso partecipato con la cittadinanza”. E ai rilievi paesaggistici aggiunge dubbi sulle emissioni radio dell’antenna (ma i rilievi fatti hanno dato risultati sotto i minimi di legge), con alcuni abitanti che denunciano interferenze nella visione dei canali televisivi.
Le accuse di “imbroglio” sull’antenna hanno fatto drizzare le antenne al sindaco Casini, la cui replica non si è fatta attendere: “Per l’antenna in questione, l’Amministrazione comunale di Bagno a Ripoli ha rilasciato l’autorizzazione che, in casi come questi, la legge prevede e prescrive. Si tratta di un’antenna installata da un gestore di telefonia privata all’interno di un’area della rete ferroviaria a servizio del sistema di reti di infrastruttura ferroviaria dell’alta velocità, che passa da Candeli. L’iter amministrativo è stato interamente rispettato e ci sono tutte le autorizzazioni necessarie per installazioni di questo tipo, a partire dal parere della Commissione paesaggistica comunale, fino al silenzio/assenso, che equivale a parere favorevole, da parte della Soprintendenza, la quale peraltro conosce molto bene la zona di Candeli e non si è espressa in modo contrario all’intervento, e alle relazioni sul rispetto della salute pubblica rilasciate da Arpat. Detto questo, preciso che da tempo l’Amministrazione comunale di Bagno a Ripoli è fortemente impegnata per far sì che si possano eliminare anche i tralicci di Terna che sono presenti in questa area e hanno un forte impatto paesaggistico. Quindi, per quanto ci riguarda, ben venga il lavoro del Comitato se porterà alla rimozione dell’antenna, la quale peraltro è a sostegno del sistema di infrastrutture dell’alta velocità: noi siamo comunque favorevoli all’eventuale individuazione di un’altra collocazione per questa installazione”.