Il grande cancello monumentale che un tempo dava l’accesso a Villa Pedriali, sulla collina tra Antella e Ponte a Ema, è ormai ridotto a poco più di un rudere che cade a pezzi e il Comune di Bagno a Ripoli vorrebbe demolirlo.
D’altronde la sua funzione di ingresso si è da tempo dissolta. Negli anni Sessanta il passagio dell’Autostrada del Sole tagliò il viale alberato di lecci che da via dell’Antella portava alla villa. Più recentemente anche il cavalcavia autostradale è stato demolito separando irrimediabilmente il grande cancello e Villa Pedriali.
Il cancello è proprietà della Provincia di Forlì, come la villa che è stata messa all’asta più volte senza trovare un compratore.
Ora quell’accesso monumentale è diventato un ostacolo. Il nuovo tratto di pista ciclabile (che una volta terminata collegherà Antella a Ponte a Niccheri) vi finisce contro. Per la nuova rotatoria in fase di realizzazione il cancello costituisce un impedimento nel cono visivo degli automobilisti, creando possibili problemi di sicurezza.
Per questo il Comune ha chiesto alla Soprintendenza di togliere il vincolo decretando la “non rilevanza” del manufatto. Il procedimento è in corso. Qualora la Soprintendenza acettasse la richiesta del Comune, non vi sarebbero problemi a procedere nella demolizione. In caso contrario il Comune potrebbe ricorrere al “guidizio di appello” del ministero e, in caso di ulteriore diniego, avviare un conflitto legale dagli esiti incerti ma dagli alti costi e dai lunghi tempi certissimi.
Una volta, neanche molto tempo fa, in questi casi il manufatto veniva spostato . Perché non farlo?
Se proprio non è possibile lasciarlo dov’è, sarebbe un’ottima soluzione per preservare un elemento di interesse storico.
Troppo facile lasciarlo deteriorare per poi dire che è un rudere da abbattere!
Il cancello è tra quelle che una volta si chiamavano invarianti strutturali, o roba simile.
Il cancello da sempre considerato un elemento da preservare e per farlo fu deciso di inserirlo nella costruenda rotonda.
Poi, come usa da quasi 10 anni nel nostro comune, la tutela del patrimonio pubblico si considera un ostacolo.
Il cancello è già stabilito che è una memoria storica della comunità… forse per questo è da abbattere.
Stiamo attraversando un momento buio
Ma perché dobbiamo abbandonare anche questo ultimo reperto del mondo rurale. Perché il nostro territorio non deve mantenere antichi\vecchi manufatti che potrebbero andare a creare un museo all’aperto di storia contadina, di storia del paesaggio.
Penso con allora a quanti e quali elementi potranno disturbare ancora il nostro cono visivo: tabernacoli, lapidi, oratori, antichi alberi, muretti, … ?
Se non ricordo male fu proposto si spostarlo al centro della nuova rotonda.
Secondo me è una valida soluzione, non vedo il motivo di demolirlo.