Il “caso Mondeggi” torna ad animare il confronto in Consiglio comunale. Ieri sera (martedì 26 febbraio) la maggioranza ha bocciato la mozione presentata dalla consigliera Sonia Redini (Cittadinanza attiva) nella quale si impegnava il sindaco a chiedere una sospensione dell’asta attraverso la quale la Città metropolitana, proprietaria della tenuta, sta cercando di vendere villa e terreni. A favore, oltre alla proponente, hanno votato i consiglieri Sartoni (M5S) e Zanella (indipendente); contro i consiglieri di maggioranza (Pd e LeU) e il consigliere Mari (Forza Italia).
Il voto ha avuto, però, un antefatto nel pomeriggio che ha avvelenato la seduta. Data l’assenza del sindaco al Consiglio comunale, per indisposizione, era stato chiesto alla consigliera Redini di rinviare la discussione della sua mozione alla seduta del 4 marzo. Richiesta kafkiana, tenuto conto che l’asta si svolgerà il primo marzo e chiederne la sospensione tre giorni dopo sarebbe stato davvero un teatro dell’assurdo. Ancora più assurdo di chiedere la sospensione dell’asta, annunciata il 30 dicembre, a tre giorni dallo svolgimento (la mozione è stata presentata solo il 19 febbraio). Redini però ha accettato. Dopo poco, però, ci ha ripensato. Nel frattempo gli uffici comunali avevano già modificato e comunicato il nuovo ordine del giorno. Così la seduta del Consiglio si è aperta nell’incertezza di posizioni e procedure e si è chiusa nella certezza che sul futuro di Mondeggi nessuno ha le idee chiare, tranne la Città metropolitana che vede solo la vendita con relativo incasso di 9.537.000 euro, questa la base d’asta. Aspettativa che, molto probabilmente, andrà nuovamente delusa per assenza di offerte.
Chiara la posizione di Redini: bloccare l’alienazione dei beni e rilanciare la costituzione di un gruppo di lavoro, approvata nel 2014 ma mai attuata, per trovare elementi di dialogo tra le forze politiche e i mondeggini che hanno recentemente costituito un’Associazione temporanea di scopo. Un espediente per uscire dall’illegalità e poter essere un interlocutore accettabile dalle istituzioni. Nella mozione si chiedeva anche di studiare “con la Città Metropolitana ed eventualmente con il coinvolgimento della Regione, funzioni che permettano di conservare il bene all’interno del patrimonio pubblico e di garantire il suo valore identitario per il territorio e la collettività”.
Piccata la replica del capogruppo Pd, Andrea Bencini, che nel suo intervento ha fatto un cocktail di forma e sostanza. Ha parlato di “mozione presentata in modo strumentale”, di “diritto del sindaco a essere presente”, di “asta inevitabile” perché quella è la chiara intenzione della Città metropolitana, di “prezzo non da svendita per speculatori ma per imprenditori che hanno voglia di investire”. Ha usato il rinvio della discussione sulla mozione, in un primo tempo accettato, come “impossibilità a studiare il tema”. E ha ricordato che comunque il Comune di Bagno a Ripoli potrà incidere sul futuro di Mondeggi tutelandone l’aspetto rurale. “Si vuole gettare il tema Mondeggi in pasto alla campagna elettorale”, ha detto ammiccando alla rappresentanza di mondeggini presenti fra il pubblico, mentre Redini scuoteva la testa.
Il dibattito si è animato. “Occorre colloquiare con gli occupanti illegali ma non illegittimi, come era invece la situazione di abbandono di Mondeggi” (Zanella). “Il bando d’asta è una presa di giro per collettività. Se c’è già il progetto di un soggetto interessato, si dovrebbe saperlo. Se così non è occorre opporsi a un’asta che cede Mondeggi senza sapere cosa verrà realizzato” (Sartoni). “Vediamo favorevolmente il bene in mani pubbliche, ma non a tutti i costi. Occorre un progetto. Si potrebbe studiare una soluzione mista tra pubblico e privato” (Briziarelli). “L’argomento Mondeggi affrontato così male serve solo per fare campagna elettorale” (Baragli). “Il bene deve andare all’asta. I ragazzi che occupano ci devono venire incontro. Potrebbero lasciare le coloniche occupate, tornare nelle loro case ma continuare a lavorare i terreni. Sarebbe un segnale per aprire il confronto” (Mari). “Sulle nostre previsioni urbanistiche non intendiamo fare passi indietro. Col sindaco abbiamo lavorato affinché la tenuta di Mondeggi restasse a vocazione agricola e non fosse spezzettata. Mai detto che non ci possa essere una soluzione anche per chi oggi coltiva quei terreni” (assessore Frezzi). “Le nostre posizioni sul futuro di Mondeggi sono molto distanti”, ha chiosato Sonia Redini.
Poi il voto finale che ha lasciato tutti infelici e scontenti.