Due sì convinti, due condizionati: questo il “responso” dei quattro candidati sindaco, alla proposta di intitolare uno luogo (piazza, strada, edificio pubblico) a Enrico Berlinguer, avanzata da Andrea Rontini e rilanciata da QuiAntella (vedi articolo).
Ecco le risposte di Francesco Pignotti, Francesca Cellini, Sonia Redini e Michele Barbarossa.
Francesco Pignotti: Sì, è una figura di irripetibile grandezza
Condivido la proposta. Personalmente mi piacerebbe fosse la Biblioteca comunale, priva al momento di denominazione, perché lo trovo uno dei luoghi più adatti; ma ci confronteremo e valuteremo anche altre possibilità. Enrico Berlinguer è una figura storica del nostro Paese, un gigante della politica, comunque la si pensi. Leader, uomo di dialogo e riflessivo, ma anche di rigore morale. A quella figura mi legano poi ricordi più personali (oltre che anni di studio e approfondimento), come l’ufficio di mio babbo in casa, dove sono da sempre attaccate le storiche prime pagine de l’Unità dell’8, 13 e 14 giugno 1984. Ho sempre visto la figura di Berlinguer, nella sua irripetibile grandezza, come la radice di un incontro tra le culture politiche che devono ancora oggi animare un centrosinistra forte e unito. Il suo confronto con gli altri leader politici di quegli anni ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia italiana, nell’unità delle forze democratiche e popolari, pur nella distinzione tra maggioranza e opposizione. È per questo che condivido in pieno questa proposta di intitolazione nel nostro Comune, così come è già stato fatto anche per altre grandi figure politiche di quegli anni. Un impegno che, da candidato sindaco, prendo volentieri e in maniera convinta.
Francesca Cellini: Sì, è la figura politica che ho più a cuore
Mi piace molto l’idea di intitolare qualcosa a Enrico Berlinguer. E’ sicuramente la figura politica che ho più a cuore, partecipai anche quando inaugurarono piazza Berlinguer accanto al Mandela. Mi torna molto la proposta di QuiAntella legata alla biblioteca o alla scuola, proprio perché riconosco a Berlinguer di aver sempre lavorato per una cultura politica diversa. La sua battaglia contro un modo corrotto di fare politica, la sua rettitudine etica, la questione morale, sono sicuramente concetti importanti e auspicabili in ogni luogo di formazione.
Sonia Redini: Sì, ma dopo un percorso di partecipazione coi cittadini
Le intitolazioni di un luogo pubblico o di una strada hanno un valore altamente simbolico per la comunità e sono un momento di aggregazione collettiva intorno a figure che incarnano valori e ideali a cui ispirarsi. Da parte nostra siamo disponibili all’intitolazione di un luogo a Berlinguer, sempre all’interno di un percorso di ascolto e partecipazione con la cittadinanza, poiché questi aspetti sono fondanti della nostra proposta politica.
Michele Barbarossa: Sì, ma una intitolazione anche per Almirante
Non ho preclusioni o preconcetti politici ad intitolare una strada od altro luogo ad Enrico Berlinguer che sicuramente è stato un uomo politico conosciuto ed apprezzato da tutti gli esponenti politici del suo tempo. Mi piacerebbe però che allo stesso tempo, in uno spirito democratico di apertura intellettuale e di pacificazione storica, una strada od altro luogo fosse intitolato anche a Giorgio Almirante. Un politico di eguale prestigio che partecipò in prima persona ai funerali di Berlinguer per omaggiarne il ricordo, così come ha ricordato il presidente del Senato Ignazio La Russa a Pescara che riferendosi ad Almirante ha detto: “Al funerale del leader Pci andò da solo. Furono avversari, mai nemici” . Sarebbe un atto esemplare che onorerebbe la memoria e la correttezza politica di entrambi.