Mentre la Finlandia consegna ad una giovane mamma 34enne, Sanna Marin, il timone del Paese, in Italia le donne al potere, e non solo nelle istituzioni, continuano ad essere una sparuta minoranza. Bagno a Ripoli fa eccezione? Neanche per idea. Anzi. Se si passano in rassegna le cariche istituzionali, politiche, di enti e associazioni c’è da rabbrividire. Pare di essere in un sultanato di quelli meno illuminati. Non c’è l’uso del burka, ma di fatto la voce del potere femminile a Bagno a Ripoli è meno di un flebile sussurro. Esagerazione? Allora scorrete questo elenco e poi ne riparliamo.
Il potere massimo è nella mani dI un uomo, il sindaco Francesco Casini, che come vice ha Paolo Frezzi. In giunta ci sono gli assessori Enrico Minelli e Francesco Pignotti. Sì, ci sono anche due donne (fra l’altro lo impone la legge) Eleonora Francois e Francesca Cellini, che però non fanno parte del Pd che, da sempre, è il vero e unico partito di potere a Bagno a Ripoli. Si aggiunga che al maschile sono anche la carica di presidente del Consiglio comunale, Francesco Conti, e capogruppo del Pd, Edoardo Ciprianetti.
D’altronde il Pd ripolese le quote rosa se le mette nel taschino. Vediamo la struttura sul territorio. Il segretario comunale è Mirko Sulli, i due vice Andrea Orsini (che è anche il presidente dell’assemblea comunale del partito) e Andrea Bencini. Tutti uomini anche i segretari dei quattro circoli: Edoardo Ciprianetti (Bagno a Ripoli centro), Claudio Falorni (Antella), Pietro Pignotti (Grassina), Lorenzo Mori (Ponte a Ema).
Torniamo sul Comune per le cariche di potere all’interno della struttura organizzativa. Il segretario generale è Ferdinando Ferrini. I dirigenti sono Dario Navarrini (gestione risorse), Neri Magli (assistenza e sport), Fabio Baldi (affari generali), Antonino Gandolfo (governo del territorio), Alberto Migliori (servizi tecnici al territorio), Andrea Focardi (grandi opere). Uomo il responsabile della protezione civile, Roberto Fanfani; così come il comandante della Polizia municipale, Filippo Fusi, e il suo vice, Andrea Meli.
La situazione non migliora minimamente neppure se ci spostiamo sui presidi della cultura, dello svago, della socializzazione: i tanti circoli disseminati sul territorio. Le presidenze sono tutte al maschile: Cdp Grassina, Alberto Ferretti; Crc Antella, Alessandro Conti; Sms Bagno a Ripoli, Renato Bettini; Cdp Osteria Nuova, Tiziano Masi; Cdp Capannuccia, Liberio Righi; Cdp Quarate, Massimo Nannelli; Crc Protto Villamagna, Roberto Smorti; Cicrolo Stivale Candeli, Marco Montecchi; Cdp Balatro, Andrea Bendini; Cdp Lappeggi, Andrea Roschi; Cicolo Arci Ponte a Niccheri, Filippo Camiciottoli; Sms Gustavo Modena La Fonte, Massimo Ulivi; Circolo Acli Grassina, Giovanni Baldi; Cricolo Acli Ponte a Ema, Filippo Catelani.
Poker al maschile per il volontariato: Misericordia di Antella (governatore Alberto Calvelli), Fratellanza popolare di Grassina (presidente Michele Cotugno), Cri Bagno a Ripoli (presidente Francesco Pasquinucci), Vab Bagno a Ripoli (presidente Riccardo Sassolini).
Divieto di donna anche nelle quattro società sportive: il Grassina calcio ha presidente Paolo Casini con patron Tommaso Zepponi; l’Antella ’99, Francesco Maresca; la Belmonte, Lorenzo Guidotti; il Bagno a Ripoli, Agostino Ognibene.
Comandanti uomini per le due stazioni dei Carabinieri: Andrea Esposito (Grassina) e Angelo Ventura (Bagno a Ripoli). Al maschile, Riccardo Massai, la direzione del Teatro comunale di Antella; così come la presidenza del Cat di Grassina, Daniele Locardi. Gian Domenico Volpi è il presidente della Pro Loco per Bagno a Ripoli; Andrea Lauri del Comitato Vivere all’Antella, Luca Passavinti del Comitato le Botteghe di via Roma a Bagno a Ripoli. Unica enclave rosa l’associazione Grassina e le sue botteghe guidata da Marianna Cellai.
Eccezione alla regola l’associazione Palio delle Contrade – Giostra delle Stella che ha alla presidenza, da quattro anni, Elena Ciapetti.
Alla componente femminile resta la scuola. Sono donne le dirigenti dei due istituti comprensivi in cui è diviso il comune di Bagno a Ripolo: Maria Luisa Rainaldi (Ic Caponnetto) e Amalia Bergamasco (Ic Mattei); compensate però dalla presidenza al maschile (Simone Cavari) dell’unico istituto superiore su territorio ripolese, il Gobetti-Volta.
Eppure, sosteneva Margaret Thatcher, Se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi a un uomo; se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi a una donna.
Complimenti non conoscevo il tutto è veramente deprimente direi vergognoso
Per essere arrivati nel 2020 è super vergognoso alle prossime elezioni care donne pensiamoci bene chi votare io ci penserò …….
Ecco perché difendiamo a spada tratta il Rojava, perché è uno dei rari esempi di governo in cui le cariche sono “doppie” ossia svolte da un umo ed una donna congiuntamente. Non ci importa che chi chiamino “Ministra” o “Sindaca”, è solo uno strafalcione linguistico, noi donne siamo soprattutto persone e come tali vogliamo essere considerate, per le nostre capacità e le nostre conoscenze. Donne lo siamo solo sotto le lenzuola, per il resto del tempo siamo esseri umani e la distinzione per sesso dovrebbe nel terzo millennio essere solo un vecchio ricordo del quale ridere un po’!