Sciopero per l’intera giornata lunedì 2 dicembre e presìdi davanti alle sedi territoriali di BCC Sistemi informatici: per quanto riguarda la zona di Firenze in via Meucci 21, a Ponte a Ema, dalle ore 8,00 alle 9,30. E’ quanto deciso dai sindacati di categoria del settore bancario di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle sigle autonome, per chiedere al gruppo bancario ICCREA di fare chiarezza sul futuro di BCC Sistemi informatici e dei suoi dipendenti.
“Dopo una serie di informazioni parziali, frammentarie e modificate via via – si afferma in una nota della First Cisl -, ai sindacati risulta che i 93 dipendenti della Unità organizzativa infrastrutture (il reparto che per le Banche di Credito cooperativo di ICCREA si occupa della supervisione all’installazione e alla manutenzione delle reti informatiche), sono destinati a passare da BCC Sistemi informatici (circa 500 dipendenti) ad Afast, ditta controllata da Accenture”.
“Questo significa – spiega Federico Boschi, referente territoriale Bcc della First-Cisl Firenze-Prato – che circa il 20% del personale di Bcc Sistemi informatici verrà ceduto a una multinazionale, perdendo così le proprie radici nel credito cooperativo. Da mesi chiediamo risposte a ICCREA, ma l’azienda si è finora sempre rifiutata – perfino nelle procedure di conciliazione – di rispondere, non confermando, né smentendo questa operazione. Un comportamento tanto più grave perché attuato da banche che, nell’articolo 1 del proprio statuto, hanno scritto che ‘il Credito cooperativo ispira la propria attività all’attenzione e alla promozione della persona’ e che ‘investe sul capitale umano costituito dai soci, dai clienti e dai collaboratori’“.
Già a settembre si erano svolte assemblee sindacali e sit-in di protesta, ma di fronte al perdurare del muro di gomma aziendale, i sindacati hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione, lo sciopero degli straordinari e della reperibilità e ora l’astensione dal lavoro per l’intera giornata del 2 dicembre.
“Noi ci vediamo un rischio – spiega Boschi – che altre azioni di questo tipo possano essere fatte anche nelle altre società controllate da ICCREA. Non può passare il principio che si può spacchettare e vendere a pezzi il patrimonio professionale e occupazionale che fa riferimento al mondo delle Bcc”.
“Le banche di credito cooperativo – conclude Boschi – beneficiano di condizioni normative e fiscali di favore proprio alla luce della loro storia e dei valori sui quali sono state fondate. Ma ci si chiede che senso abbia tutto questo se poi, come fa ICCREA in questo caso, si comportano esattamente come farebbe una multinazionale, per massimizzare i propri vantaggi nel dispregio dei lavoratori”.