E’ battaglia legale tra il Comune di Bagno a Ripoli e la Venerabile Confraternita del SS Sacramento di San Piero a Ema che gestisce il crematorio del cimitero, la cui attività è iniziata nel maggio del 2014. Motivo del contendere, la nuova tassa sul trasporto delle salme e dei resti mortali destinati all’impianto di cremazione, approvata dal Conisglio comunale (tutti a favore, astenuta Cittadinanza attiva) nella seduta dello scorso 19 dicembre.
L’istituzione del “diritto comunale fisso” per il trasporto delle salme al crematorio (già esistente in molti comuni) non tocca i cittadini di Bagno a Ripoli. Queste, infatti, le modalità previste dalla delibera:
A) Esenti dal pagamento i cittadini residenti sul territorio del Comune di Bagno a Ripoli e quelli che risiedono nella parte di Ponte a Ema sotto il Comune di Firenze e nella zona di Firenze sud.
B) Tariffa di 100 euro per i cittadini residenti nella restante parte della Città Metropolitana di Firenze.
C) Tariffa di 150 euro per i cittadini residenti fuori del territorio della Città Metropolitana di Firenze.
Le nuove tariffe sono entrate in vigore il primo febbraio scorso.
La Venerabile Confraternita del SS Sacramento di San Piero a Ema non ha preso bene la novità, che potrebbe rendere meno concorrenziale l’offerta economica del crematorio di Ponte a Ema le cui tariffe sono fra le più basse in Toscana. Per questo ha presentato ricorso al Tar, chiedendo l’annullamento della delibera comunale.
Il Tribunale amministrativo della Toscana ha fissato la prima udienza per il prossimo 6 marzo, così il Comune ha deciso di affidare la tutela legale dei propri interessi ad un professionista esterno: la scelta è caduta sull’avvocato Valerio Pardini che percepirà una parcella complessiva di 10.680,76 euro (comprensiva di rimborso forfettario per spese generali, Iva e Cap).