Sull'”evasione” di due bambini di prima elementare dalla scuola Marconi di Grassina (vedi articolo) ha aperto un’indagine la Procura dei minori che, in caso non siano presentate denunce da parte dei genitori, dovrà decidere se procedere d’ufficio per accertare eventuali reati.
L’aspetto della vicenda che va chiarito è come i due piccoli siano riusciti a eludere la sorveglianza dei custodi e a superare indisturbati la recinzione della scuola.
Nella ricostruzione fatta sulla base del racconto dei bambini alla Polizia municipale e delle testimonianze di custodi e insegnanti, si evidenziano alcuni “misteri” che gli inquirenti intendono chiarire.
Vediamo la ricostruzione con punti fermi e punti oscuri.
1) Lunedì mattina i due bambini arrivano a scuola sul pulmino del Comune, scendono insieme agli altri compagni e entrano nell’edificio. L’ingresso è vigilato da uno dei due custodi, l’altro si trova al piano superiore dove c’è un’altra entrata/uscita da tenere d’occhio. In tutta la scuola, molto estesa orizzontalmente, in quel momento, vi sono solo due custodi presenti.
2) I bambini delle prime imboccano le scale per andare in classe al piano superiore. I due, però, fatta la prima rampa, anziché proseguire, si infilano in palestra. La maestra che in classe non li vede, annota la loro assenza sul registro elettronico, affermando di averlo fatto alle 8.40. Ai genitori, però, l’avviso arriverà solo alle 13. Qualcuno sbaglia sugli orari? C’è stato un problema tecnico? Su questo aspetto la dirigente scolastica Maria Luisa Rainaldi ha chiesto una verifica alla società Argo che gestisce il programma.
3) I due fuggiaschi escono dalla porta della palestra che dà sul retro del giardino. Si tratta di un’uscita di emergenza che deve potersi sempre aprire a spinta. La porta è allarmata e, quando i due la spalancano, scatta un fastidioso cicalino.
Qui le ricostruzioni divergono:
4) Sentendo l’allarme uno dei custodi va sul posto, vede la porta aperta, si affaccia, non vede nessuno, richiude la porta e zittisce il cicalino (versione sul racconto dei bambini).
4 bis) Non parte nessun allarme, non c’è alcun cicalino che suona. Il cicalino, anche se non è una sirena, è abbastanza vicino alle classi quinte: i loro insegnanti lo avrebbero udito e invece non hanno sentito niente (versione sul racconto del custode). Ma in questo caso i bambini da quale porta sarebbero usciti?
5) I bambini hanno raccontato di essersi nascosti per evitare di essere scoperti. Una volta che il custode è rientrato, iniziano la fuga. Sulla sinistra c’è una rete con cancellino chiuso che divide in due parti il giardino della scuola. Non pare superabile dai bambini che, fra l’altro, si ritroverebbero sempre all’interno della recinzione. E’ quindi molto probabile che i due si siano diretti sulla sinistra, percorrendo tutta la parte retrostante della scuola, vi abbiano giranto intorno, passando davanti anche a tutta la parte anteriore dell’edificio, sulla quale si affacciano molte aule, e all’ingresso stesso. Possibile che nessuno li abbia notati?
6) Attraversato tutto il grande giardino sono arrivati alla rete di recinzione. Fra gli arbusti c’è un piccolo tratto della rete che, tirando dal basso verso l’alto, può essere sollevato di una ventina di centimetri. Evidentemente sufficienti per far passare un bambino che comunque deve strisciare come un marine per riuscire nell’impresa.
7) I due percorrono il percorso pedonale che porta fino a piazza Umberto I dove montano sull’autobus 31 e finiscono in centro a Firenze.
“Ora devo approfondire per verificare se c’è stata negligenza da parte di qualcuno – dice la professoressa Rainaldi – e in questo caso dovrò aprire un procedimento disciplinare. Capisco la reazione e la preoccupazione dei genitori, che è anche la mia, ma non vorrei che si scegliesse la via più semplice: si individua un responsabile su cui scaricare la colpa senza affrontare il problema di un’organizzazione che fa acqua da tutte le parti a causa della carenza di organici. Il fatto accaduto è grave, ma non lo si può esaminare senza tenere conto della particolare struttura dell’edificio e delle scarse risorse umane disponibili. E so già che il prossimo anno scolastico il personale Ata sarà ulteriormente diminuito”.