Oggi è il giorno della 79esima commemorazione dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: 560 vittime inncenti della furia nazifascista.
Nel paesino dell’entroterra versiliese sono intervenuti rappresentati di numerosi Comuni toscani e non solo. Presente anche il Comune di Bagno a Ripoli con la consigliera comunale Paola Nocentini e il gonfaloniere Giovanni Marconi.
“Con i tedeschi c’era anche chi parlava italiano: collaborazionisti fascisti, uomini e donne con la bocca e metà volto coperti da una benda per non farsi riconoscere – ricorda l’assessora alla memoria della Toscana, Alessandra Nardini, oggi a rappresentare la Regione alla commemorazione –. L’hanno raccontato i superstiti, anche nelle aule del tribunale. Fu un’azione premeditata e studiata. E questo non dobbiamo dimenticarlo Di questo fu capace il fascismo. Purtroppo l’Italia, a differenza della Germania, non ha fatto i conti fino in fondo con la propria storia ed ancora oggi c’è qualcuno che dice che il fascismo ha fatto anche cose buone, qualcuno, anche all’interno delle istituzioni, che pronuncia parole vergognose su via Rasella, che nega la matrice neofascista della strage di Bologna e prova a riscrivere la storia, intitolando magari una strada ad Almirante ed una a Berlinguer come se fossero stati tutti uguali, chi aderì al fascismo e chi vi si oppose, in nome di una presunta pacificazione nazionale”.
L’orazione solenne è stata pronunciata dal presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che non ha mancato di sottolineare quanto sia importante il ricordo dell’eccidio come monito anti fascista rispetto a fatti avvenuti negli ultimi tempi: “Ricordo l’aggressione ad alcuni ragazzi di un liceo di Firenze, colpiti da membri di un’associazione di estrema destra – ha detto -, con il ministro dell’Istruzione che condannò più la reazione della preside che l’aggressione stessa. C’è stato un manager di una partecipata pubblica che ha pensato bene di usare il discorso di Benito Mussolini dopo l’omicidio Matteotti in una lettera inviata al Consiglio di amministrazione. E c’è un presidente del Senato che non fa mistero, anzi si vanta di esporre con orgoglio in casa cimeli fascisti, dimostrando la sua totale inadeguatezza al ruolo così importante che ricopre”.