Il progetto del Viola Parking, parcheggio temporaneo a servizio del Viola Park, ha ottenuto il via libera dal Consiglio comunale di Bagno a Ripoli come anticipato da QuiAntella (vedi articolo) nella seduta di giovedì scorso. 14 voti a favore (Pd, Italia Viva, Cittadini di Bagno a Ripoli, Lega; la consigliera Redini di Cittadinanza attiva è uscita dall’aula).
Il parcheggio temporaneo, che sorgerà in un’area di proprietà di Acf Fiorentina situata tra via della Nave a Rovezzano, via delle Sentinelle, via di Villa Cedri e il centro sportivo, sarà utilizzato finché non entrerà in esercizio la tramvia. L’area del parcheggio (5,4 ettari) resterà permeabile e sarà dotata di illuminazione alimentata dall’energia solare.
“Siamo molto soddisfatti – afferma il sindaco Francesco Casini – perché in questo modo si dà risposta alle necessità di parcheggio del centro sportivo. Grazie alla sinergia tra Amministrazione comunale e club, ancora una volta in tempi rapidi, si trova una soluzione ad una criticità, con l’auspicio adesso che il Comune di Firenze avvii quanto prima i lavori per il parcheggio scambiatore della tramvia, fondamentali per rispondere alle esigenze di mobilità del quadrante a sud est di Firenze”.
“Atto non votabile, delibera illegittima – ha contestato la consigliera Redini – La deroga alle norme urbanistiche del Comune, approvate di recente, per usi temporanei è prevista nel territorio urbanizzato, quello destinato a parcheggio è invece rurale e manca una situazione di degrado prevista per la deroga. Continuando così il Viola Park non avrà mai fine: va messa una barriera”.
Le ha risposto il vicesindaco e assessore all’urbanistica Paolo Frezzi: “L’atto non è illegittimo o illegale. La conformita tecnica è attestata dalla struttura legale del Comune. Ammetto che alcune mancanze e alcune superficialità negli elaborati tecnici per l’approvazione del piano attuativo del Viola Park ci sono state, ma non è il Consiglio comunale che valuta se l’aspetto tecnico è stato affrontato in modo giusto. Il Consiglio comunale dà un indirizzo politico e in questo caso è la risposta a un’esigenza di parcheggio in sicurezza. Questo provvedimento va a risolvere il problema della sosta selvaggia nella zona”.
Qualche “mal di pancia” retroattivo è stato esternato dalla consigliera Sandra Baragli, capogruppo del Pd, la quale, dopo aver comunicato il voto favorevole del suo gruppo, ha fatto un’autocritica a titolo personale: “Noi abbiamo votato un centro spotivo, nella convinzione che fosse solamente un centro sportivo, e ci siamo ritrovati qualcosa di diverso, con una forte caratterizzazione commerciale. Uno dei motivi per vedere positivamente il centro sportivo, è che potesse avere un ritorno su occupazione e ricadute sul commercio locale. Invece non ci sono. Me ne dolgo, ho fatto una valutazione erronea su questa cosa. Il parcheggio era da prevedere. Devo fare un mea culpa. Il centro sportivo della Fiorentina è un’opera importante per la quale abbiamo sacrificato una parte del nostro territorio: se non ci sono ritorni abbiamo fatto un errore”.
Tutta questa discussione per un parcheggio fatto dalla Fiorentina e a spese della Fiorentina… è tutto questo solo perché il Comune di Firenze ancora non è riuscito a fare tramvia e parcheggio su cui si era impegnato che sarebbe stato pronto a inizio 2023. Che alto livello si deve respirare in questo consiglio comunale
Non basta avere soldi per avere ragione
Li c’è una speculazione edilizia, un terreno negato a tutti perché vincolato aricolo ma offerto da Casini a Benito con un viaggio apposito all’hotel Lucchesi, una denuncia fatta da pochi (tra questi io) ma approvata con gioia dalla maggioranza.
Ora ci si pente ma si vota ancora a favore…
Interessante la posizione di Frezzi:
noi diamo le direttive politiche e diciamo alla dirigenza che il parcheggio va fatto a tutti i costi.
La dirigenza trova il cavillo legale, più o meno credibile, per giustificare la decisione.
Il parcheggio viene fatto, noi incassiamo il consenso di Comisso e dei tifosi viola, ma non abbiamo responsabilità legali, perché queste sono della dirigenza.
Questo mi ricorda la vicenda del ponte Morandi.
I Benetton danno indicazioni chiare per fare in modo che l’azienda guadagni in tutti i modi possibili, i dirigenti le attuano col loro consenso e riconoscimento, il ponte crolla, la responsabilità è dei dirigenti e il guadagno dei Benetton.
Una posizione molto comoda che divide i vantaggi dalle responsabilità.
Che dire, siamo in mano a queste persone; anzi li paghiamo perché ci facciano del male.