Per regola gli organi di informazione non dovrebbero porre domande ma fornire risposte. Il problema è che alla specifica domanda di quando riaprirà via Romanelli, Autostrade risposte non ha date.
Probabilmente si attende la decisione su come sistemare il tetto della galleria artificiale dell’Antella: un’enorme vasca di cemento vuota sulla quale, da mesi, non lavora più nessuno.
Il primo progetto prevedeva parte a giardino con aiuole e vialetti e parte a pannelli solari; poi si ipotizzò un uso per impianti sportivi; poi per orti sociali; poi per una casa della cultura; infine tutto prato olivi e una piccola parte a parcheggio. L’ultimissima idea, che riprende in parte quella iniziale, coprirla con pannelli fotovoltaici che producano energia elettrica per la comunità di Antella.
Autostrade, proprio rispondendo a QuiAntella (vedi articolo), ha dichiarato che sta lavorando al progetto di sistemazione definitiva con il Comune di Bagno a Ripoli.
Nel frattempo non si potrebbe riaprire via Romanelli che, in ogni soluzione prospettata in questi anni, è sempre rimasta al suo posto di collegamento diretto tra le abitazioni a monte e l’abitato a valle dell’autostrada? Oggi chi vuole spostarsi da una parte all’altra deve intraprendere il lungo giro lungo la strada provvisoria che sbuca in via Pertini: non un gran problema se fatto in auto, una sfacchinata a piedi.
Per ripristinare il collegamento tra il percorso che attraversa il tetto della galleria e i due monconi di via Romanelli, pare ci sia però da superare un problema tecnico: la ripida pendenza dello “sbarco” sud, verso l’Antella, della nuova strada che, in effetti, da quel che si vede, è a un livello assai più elevato dell’attuale piano stradale. Tuttavia una soluzione tecnica andrà trovata indipendentemente se intorno ci saranno pannelli solari o olivi. Ecco quindi che si ripropone la domanda: perché è ancora chiuso il sovrappasso dell’autostrada?