Una esondazione del torrente Isone provocherebbe allagamenti nel centro dell’Antella (come avvenne nel 1936), metterebbe a bagno maria l’ospedale dell’Annunziata, la scuola media Redi, la caserma dei Carabinieri, il comando della Poizia municipale e il Centro della Protezione civile; creerebbe la paralisi nel traffico inondando via dell’Antella e lo svincolo di Ponte a Niccheri. La circostanza che ciò avvenga è remota, ma non poi tanto stando agli studi dell’Autorità di bacino che tiene sotto controllo l’Arno e il reticolo dei suoi affluenti, anche quelli più pccoli. Per alcune zone di Grassina, invece, gli alagamenti provocati dalla tracimazione del Borro delle Argille, sono una preoccupante ricorrenza. Così come il parcheggio della scuola elementare Marconi che si trasforma in piscina se la pioggia sale di intensità. Molte zone della frazione sono comunque a rischio inondazione se a ingrossare oltre misura fossero i torrenti Ema e Grassina.
Qualche giorno fa Erasmo D’Angelis, responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche di Palazzo Chigi, ha dichiarato pubblicamente che ci sono 10 miliadi di euro a disposizione per opere di regimazione idraulica, ma che il problema è la mancanza di progetti. Allora cosa si aspetta a presentarne per interventi di messa in sicurezza dei corsi d’acqua nel territorio di Bagno a Ripoli? Per frenare l’irruenza dell’Isone occorrono delle casse di espansione la cui collocazione è già stata a suo tempo individuata ma, si diceva, mancavano i fondi. Pure per il Borro delle Argille sarebbe prevista una cassa di espansione che ne attenui la portata e impedisca la fuoriuscita dal proprio alveo. Anche in questo caso il problema erano i denari mancanti. Tuttavia a sentire D’Angelis ora questi soldi ci sono.
Progettare questo tipo di opere spetta ad Autorità di bacino, Consorzio di bonifica, Regione. Forse il Comune non ha competenze dirette, però di fronte a D’Angelis che fa quasi un appello a progettare interventi per usufruire dei 10 miliardi, anche il Comune di Bagno a Ripoli può darsi daffare per sollecitare chi ha la competenza sul tema ad intervenire. Ciò che è accaduto a Livorno è stato l’ennesimo campanello d’allarme. Anzi, più che di campanello si può parlare di campana a martello. Se i soldi ci sono, è imperdonabile non usufruirne. Se D’Angelis ha detto il falso, è doveroso smascherare il bluff.
Ecco le mappe con il rischio idraulico nelle zone di Grassina e Antella pubblicate sul sito dell’Autorità di bacino dell’Arno. Le aree celesti sono a pericolosità bassa, quelle azzurre media, quelle blu scuro elevata.