Domani, giovedì 21 aprile, alle ore 18.30, nella Carrozza 10, il vagone della vedova Begbick del Teatro Comunale di Antella (Via Montisoni), per la rassegna letteraria “Treni di carta”, Francesca Tofanari dialoga con Jacopo Storni a partire dal suo libro “Fratelli. Viaggio al termine dell’Africa” (Castelvecchi) per raccontare anche le sue recenti inchieste giornalistiche.
Autore di vari libri sul tema dell’immigrazione, con Castelvecchi ha pubblicato L’Italia siamo noi (2016) e Siamo tutti terroristi (2018), Jacopo Storni scrive sul «Corriere della Sera» e su «Redattore Sociale». Nell’ambito delle sue inchieste giornalistiche, ha scoperto il caporalato nel Chianti, rivelato il respingimento dei migranti tra Italia, Francia e Austria, e lo sfruttamento del lavoro nelle fabbriche toscane che producono per i marchi della moda. Ha fondato l’associazione Global Friends ed è direttore del blog «Storie di Firenze».
In “Fratelli. Viaggio al termine dell’Africa” Jacopo Storni racconta il suo viaggio in Etiopia per testimoniare i massacri dell’esercito nella regione dell’Ogaden, e del suo arresto senza una accusa precisa dai militari. Una prigionia condivisa con Mohamed, il ragazzo etiope di etnia somala che lo accompagna come interprete. Sono giorni tra la vita e la morte. I due coetanei esorcizzano la paura parlando dei loro mondi agli antipodi. Ne nascono riflessioni sui valori della vita, sulla morte, sulle ingiustizie, su Dio, sulla poesia, sulla letteratura, sul senso di appartenenza, in un confronto perpetuo tra Africa e Occidente. Poi la liberazione.
Dieci anni dopo, per caso, Storni scopre una verità agghiacciante: Mohamed non è mai stato liberato. E’ rimasto in prigione, è stato torturato, è riuscito poi a fuggire, profugo, in Somalia. Spinto dal desiderio di ritrovare il suo compagno di cella, l’autore inizia una disperata ricerca e torna in Etiopia. Con un sogno: cambiare la vita di Mohamed. Con una domanda: sarebbe davvero una vita migliore? (Ingresso gratuito con prenotazione Tel. 055 621894).