Dici derby e pensi a Milan-Inter, a Real-Atletico, a United-City. Ma se stai di qua o di là dal poggio di Belmonte, la mente corre subito a Grassina-Antella. Gli animi dei tifosi rossoverdi e biancocelesti non sono meno accesi di quelli di Boca e River. Gli sfottò, invece, sono di livello superiore perché siamo toscani anzi, praticamente fiorentini. Le prese di culo sono state inventate qui e qui continuano a fiorire.
Il derby Grassina-Antella di oggi pomeriggio, che ha visto i rossoverdi prevalere per 1-0 e consolidare il loro primato in classifica, ha però tradito le attese. Non in campo, dove le due squadre si sono affrontate con piglio e sudore. Il Grassina più tecnico, più ordinato ma venato di egoismo in alcuni dei suoi interpreti, così da dover soffrire fino all’ultimo secondo per gustare il dolce sapore della vittoria. L’Antella più arcigna, più tosta, anche se sorretta dall’agonismo non da trame di gioco. Insomma, il campo non ha tradito.
Non così gli spalti affollati da quasi un migliaio di spettatori. E’ stato come avere lo stereo e accorgersi che funziona solo una cassa. Da un lato, incessante, il rullare dei tamburi e i cori intonati dalle Brigate Rossoverdi. Palloncini colorati con i colori del Grassina, sciarpe, bandiere, fumogeni, striscioni. Dall’altra… dall’altra niente. Eppure di sostenitori dell’Antella ce n’erano, ma indistinguibili se si eccettua qualche bambino con il cppellino azzurro e l’emblema della squadra. Tifosi evidentemente rassegnati ad un ruolo da comprimari, almeno in questa partita, contrariamente a ciò che hanno mostrato i giocatori biancocelesti in campo.
Ai cori sferzanti degli ultras grassinesi è stato opposto un ideale muro di gomma biancoceleste che, alla fine, è riuscito ad affievolire anche la verve dei supporter rossoverdi. Nessun duello è possibile se l’avversario non si palesa. Neanche quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita la “funzione stereo” si è riattivata. S’ode a destra uno squillo di tromba… ma a sinistra non ha risposto nessuno.
Ps: le condizioni per seguire una partita all’impianto Pazzagli di Ponte a Niccheri sono davvero insostenibili. Gli spettatori hanno praticamente una visione da criceti, gli animaletti abituati a osservare il mondo da dentro una gabbia. Tra il pubblico e le azioni di gioco c’è la cancellata bassa a maglie fittissime, la rete alta a quadratoni, i pali che la sorreggono e perfino un parallelepipedo che, dicono, serve per il calcio a sette. Insomma la partita è visivamente spezzetatta come se fosse un puzzle che nessuno può rimettere insieme. Quindi che nessuno si meravigli se il Grassina vuole giocare a Grassina.