Era il lontano 1951 quando Aldo Tortoli, allora 22enne, alzava per la prima volta il bandone della sua bottega, una merceria, davanti alla chiesa, proprio nel cuore di San Donato in Collina. Dieci giorni fa, 72 anni dopo, quel bandone è stato calato per l’ultima volta da sua moglie Vittoria, diventata nel corso degli anni l’anima del negozio..
Il 22 luglio ha chiuso la merceria Tortoli (forse più conosciuta come merceria da Vittoria), che nel 1969 di spostò di pochi metri, nei locali in via Roma al 13, attraversando però la frontiera comunale: da Bagno a Ripoli a Rignano. Addio al negozio più antico di San Donato.
“Ho iniziato l’attività nel 1951 insieme ad un cugino – racconta Aldo, 94 anni – Lui stava in negozio e io giravo con un furgoncino per le case. Suonavo i campanelli e offrivo la merce, allora si faceva così. Ho continuato per trent’anni”.
Nel 1956 il matrimonio con Vittoria, oggi 85enne, ancora in gambissima. “All’inizio questo lavoro non mi piaceva…”, dice. “Poi sarebbe rimasta in negozio anche la notte…”, interviene Aldo ridendo. “Prima di lavorare nella merceria – continua Vittoria – davo una mano in casa ai miei che facevano le casse funebri, si cucivano le imbottiture…”.
Si affaccia un passante: “Ehi!… C’è anche Aldo…Che bella sorpresa…”. “Siamo a sistemare le ultime cose”. Entra una cliente: “Anche se avete chiuso, ce l’hai due camiciole? Fanno sempre comodo”.
Perché avete deciso di smettere? “Ormai ero rimasta io a stare in negozio – risponde Vittoria – Non arrivavo più alle scatole, cammino male. I miei figli hanno preso altre strade. Paolo ha lavorato all’Unipol, Sandra trent’anni come infermiera a Ponte a Niccheri, tutti e due sono appena andati in pensione. Abbiamo anche quattro nipoti e quattro bisnipoti – precisa piena di orgoglio – Io qui da sola non ce la facevo più”. “C’è anche troppa concorrenza della grande distribuzione – aggiunge Aldo – Questo è un negozio attivo ma andrebbe rinnovato: ci voleva un giovane che subentrasse, ma non l’abbiamo trovato”.
E i clienti che vi hanno detto? “Sono tutti molto dispiaciuti, come quando, tempo fa, ha chiuso il negozio di alimentari – dice Vittoria – Da me venivano anche clienti da Firenze, sapendo cucire facevo anche le correzioni. Eppoi il negozio era diventato un punto di riferimento per scambiare due chiacchiere. Sa che c’è una signora che ogni giorno arrivava con la Sita delle 10 e si tratteneva in negozio fino alle 11.30, poi riprendeva il pullman e tornava a casa. Si faceva conversazione. ‘E ora come farò?’ mi ha detto quando ha saputo che chiudevamo”.
“Bisogna amare questo lavoro e noi lo abbiamo amato – conclude Aldo – Ora, però, è il momento di dire basta. L’importante è chiudere in bellezza”. Entrano altri clienti per un saluto. “Qui se non si tira giù il bandone non si finisce più…”.