Non l’ha progettato Brunelleschi e non contiene affreschi di Giotto, ma è comunque un frammento della nostra memoria che sta scomparendo, condannato dall’incuria ad essere fagocitato dalla vegetazione circostante. Il piccolo oratorio di Mondeggi, isolato fra gli olivi a qualche centinaio di metri dalla villa che fu dei Della Gherardesca, sta cadendo a pezzi, giorno dopo giorno.
Ormai è quasi indistingubile, sembra più un grosso cespuglio che una costruzione. Se l’esterno denuncia lo stato di abbandono, l’interno è in condizioni ancora peggiori: le tavole del soffitto sono quasi tutte crollate sul pavimento.
Del piccolo oratorio scrive lo storico locale Silvano Guerrini nel suo libro “La terra benedetta – Religiosità e tradizioni nell’antico territorio di Ripoli” (1984). Fatto costruire dal conte Walfredo Della Gherardesca nel 1887 all’interno delle mura che circondavano il parco di Villa Mondeggi, è dedicato a San Vincenzo Ferreri, protettore delle campagne.
Così lo descriveva Guerrini nel 1984: “L’oratorio è una piccola costruzione di tre metri per tre e mezzo circa, posta verso il confine del ‘barco’ della villa, in cattivo stato di manutenzione; un’epigrafe di marmo sopra la porta d’ingresso ne ricorda la fondazione: QUESTO ORATORIO / FU DEDICATO A DIO OTTIMO MASSIMO / AL GLORIOSO VINCENZO FERRERI / ED A TUTTI I SANTI PROTETTORI DELLE CAMPAGNE / PERCHÉ PREGHINO PER NOI E CI LIBERINO DA OGNI FLAGELLO / A.D. MDCCCLXXXVIII. Fino ai primi anni Sessanta era ancora usato per la benedizione delle campagne al tempo delle rogazioni… Nel 1973 fu sfondata la porta d’ingresso e rubati due inginocchiatoi e un fregio di legno intarsiato e dorato fissato al gradino sopra l’altare: non fu invece toccata la statua del santo, allora conservata in una nicchia ricavata nella parete alla quale è addossato l’altare e recentemente trasferita nel più sicuro oratorio esistente nel giardino”.
Anche il piccolo oratorio, come la villa, le coloniche circostanti e i terreni, sono della Città Metropolitana, che ha ereditato tutti i beni della Provincia. Un cambio di proprietà che non ha portato alcuna valorizzazione di questo immenso patrimonio inutilizzato e avviato al totale degrado.