Don Giovanni sta all’Antella come don Camillo (ricordate il personaggio di Guareschi?) stava a Brescello (paese in cui fu girata la trasposizione cinematografica dei racconti). Ma non essendoci più Pepponi di sorta, anzi con il Crc Antella c’è stata spesso collaborazione, l’aspetto politico non è mai salito alla ribalta. Anzi, sotto questo aspetto don Giovanni ha contribuito a superare le vecchie contrapposizioni. Tuttavia come parroco per vent’anni, tanto è durata la sua permanenza all’Antella, al pari di don Camillo, è stato sempre un punto di riferimento non solo per le anime dei fedeli, come il suo ruolo impone, ma per tutto il paese, credenti e laici.
Oggi pomeriggio, domenica 18 settembre, alle 17.30, terrà la sua ultima messa da parroco dell’Antella (al suo posto arriverà don Moreno Bucalossi, leggi qui l’intervista). Il saluto alla sua gente che certamente non mancherà l’appuntamento. Don Giovanni aveva pensato anche ad un cordiale saluto in piazza con un apericena. Ma dopo il terremoto nelle Marche ha preferito annullare ogni segno di festa, devolvendo le offerte in favore dei terremotati.
La riprova di un prete di grande sensibilità, forgiata negli anni passati con l’Unitalsi ad accompagnare i malati a Lourdes e Loreto, che ha saputo miscelare sacro e profano con saggezza e perfino autoironia. Come quando per Carnevale si presentò in piazza Peruzzi con un improbabile travestimento non meglio identificato con sciarpa da ultras al collo. Tifosissimo viola, per amore della Fiorentina ha sfidato le ire del vescovo di turno (soprattutto l’attuale, lo juventino Giuseppe Betori) suonando le campane a martello nelle occasioni in cui la squadra ha riportato successi significativi.
Ma al di là degli aspetti folcloristici, don Giovanni ha saputo creare all’Antella una comunità forte, capace di prestare aiuto a chi ha bisogno, di accogliere, di sostenere. Vent’anni che i suoi parrocchiani non dimenticheranno. E allora come salutarlo nel momento del distacco? Addio? Troppo drastico, quasi senza speranza. Arrivederci? Eccessivamente freddo, quasi distaccato. Buona fortuna? Ovvio, ma forse ne abbiamo più bisogno noi di lui. Ciao? Sarebbe il saluto confidenziale più spontaneo, ma lo si riserva a chi si è convinti di rivedere il giorno dopo, e non sarà così. Scegliamo “a presto”, un saluto e un auspicio al tempo stesso. Quanto presto lo deciderà lui. L’Antella sarà sempre la sua parrocchia, anzi, la sua casa.
Così hanno deciso di salutarlo i “suoi” ragazzi
Eva
Lara
Michelle
Vittorio
Nicolas
Davide
Elisa D.
Tommy