Al posto dei vecchi ambulatori, nuovi appartamenti per ospitare esperienze di autonomia abitativa per donne e uomini con disabilità. La seconda vita dell’ex presidio sanitario di Grassina sta per iniziare nel segno del “Dopo di Noi”: la palazzina di via Dante Alighieri sarà la nuova casa per progetti di assistenza abitativa in favore di persone diversamente abili prive del sostegno famigliare dopo la scomparsa di parenti che potessero prendersi cura di loro.
C’è questo alla base del protocollo di intesa tra Azienda Usl Toscana Centro, proprietaria dell’immobile, e il Comune di Bagno a Ripoli, che con un contratto di comodato d’uso di 22 anni sosterrà il recupero dell’edificio e guiderà il progetto con il proprio ufficio del Sociale. Per finanziare il progetto, il Comune, proprio in questi giorni, si è candidato al bando coordinato dalla Città Metropolitana di Firenze per la qualità dell’abitare: per completare l’intervento di ristrutturazione, con la totale redistribuzione degli spazi, occorrono oltre 300mila euro.
Dai vecchi ambulatori e dagli uffici dell’ex presidio nasceranno due appartamenti di 185 e 125 metri quadrati che potranno ospitare complessivamente 8 persone. I due appartamenti saranno collegati ad uno spazio centrale con un nucleo di assistenti. Ogni stanza sarà pensata per accogliere al meglio persone portatrici di handicap e gli arredi saranno studiati su misura per le esigenze di persone con disabilità.
“È un progetto a cui teniamo moltissimo – dice il sindaco Francesco Casini -, finalmente il ‘Dopo di Noi’ avrà un’altra casa tutta sua. Sarà gestita dalla Fondazione Nuovi Giorni, da molti anni in prima linea nei percorsi di autonomia abitativa per le persone con disabilità e darà una risposta concreta e inclusiva alle associazioni e alle realtà del territorio che da sempre si prendono cura delle persone più fragili”.
Così commenta il direttore generale della Ausl Toscana Centro, Paolo Morello: “Abbiamo deciso di cedere al Comune l’immobile in comodato gratuito condividendone la destinazione: la struttura rappresenta una risposta concreta ai tanti genitori che si chiedono: chi si prenderà cura di mio figlio quando io non ci sarò più? A questo interrogativo risponderà il Comune che ha previsto un significativo investimento per riconvertire ad uso abitativo i vecchi spazi del distretto”.