L’esame minuzioso dei dati elettorali permette un’analisi “a freddo” del voto di Bagno a Ripoli.
Il dato indiscutibile è il successo del sindaco Francesco Casini, non solo perché in circostanze politiche molto meno favorevoli ha bissato il risultato di cinque anni fa, ma soprattutto per la scelta di creare una lista civica in suo appoggio. “Cittadini di Bagno a Ripoli” ha raccolto 2.093 voti, il 14,64%, e tre consiglieri. Nelle elezioni del 2014 la lista civica “Guarda avanti”, allestita da Casini, aveva ottenuto 394 voti (2,72%) e nessun consigliere. In entrambe i casi la presenza di una lista concorrente all’interno dell’alveo piddino aveva fatto nascere qualche mal di pancia nel partito. Stavolta subito guarito di fronte alla messe di voti incamerati dalla lista civica per la causa comune.
Da dove arrivano questi duemila voti? Tra Europee e Comunali il Pd ha perso 466 voti. E’ presumibile che parte di questa cannibalizzazione sia stata fatta proprio dalla lista civica. Qualcosa, forse, è arrivato da “+Europa” e “Verdi”, non presenti a Bagno a Ripoli, i cui voti, però, possono aver preso anche strade diverse (“Sinistra civica”, “Liberi,uguali”, “Pap”, “Cittadinanza attiva” non presenti alle Europee). Ma, soprattutto, “Cittadini di Bagno a Ripoli” ha dirottato verso Casini voti che, a livello nazionale, erano andati a Salvini. A Bagno a Ripoli la Lega ha preso 3.043 voti, alle Comunali 2.388, con un saldo negativo di 655 voti, nonostante l’apporto di Fratelli d’Italia (629 voti alle Europee, non presente alle Comunali). Perfino Forza Italia, già ridotta ai minimi termini nel voto per Strasbugo, è passata da 765 a 628 voti, perdendo 137 consensi. Insomma complessivamente ci sono 1.421 elettori che alle Europee hanno votato partiti di centrodestra e alle Comunali hanno cambiato schieramento politico. Un fenomeno che non è peculiare di Bagno a Ripoli, perché si è verificato anche in altre città, come Pontedera, Poggibonsi, la stessa Prato.
E’ vero che la contrapposizione ideologica destra-sinistra non è più quella di una volta. Lo stesso Giorgio Gaber, in una sua celebre canzone, si chiedeva “cos’è la destra, cos’è la sinistra”, elencando una serie di ironici luoghi comuni sui tratti distintivi degli appartenenti all’uno o all’altro schieramento. Un voto così bipolare può lasciare perplessi, ma poi non troppo. In fondo negli ultimi anni c’è una massa consistente di italiani che è passata senza troppe remore da Berlusconi a Renzi, a Grillo a Salvini. Un elettorato-fregoli che ondeggia ad un ritmo sempre più frenetico alla ricerca dell’uomo della provvidenza che, con un colpo di bacchetta magica, risolva i problemi.
Sul piano locale, però, è diverso. L’elettore è in grado di valutare meglio l’azione del governo cittadino. E, soprattutto, le qualità e le capacità delle persone che lo portano avanti, così come le possibili alternative. L’appartenenza politica passa in secondo piano rispetto alla gestione del quotidiano. Non è sufficiente essere scontenti di qualcosa che non funziona (la perfezione non esiste) per “votare contro”, occorre essere convinti che il cambio porterà dei vantaggi. Qui le possibili alternative non hanno convinto.
Il centrodestra passa da uno a tre consiglieri. Aritmeticamente un successo che però nasconde molta amarezza da parte dei protagonisti. Il candidato sindaco Alberto Acanfora si ferma al 20% e sarà l’unico rappresentante di Forza Italia in Consiglio comunale. Gli altri due appartengono alla Lega, rimasta delusa dalla decimazione dei propri voti tra Europee e Comunali, ma soddisfatta per l’esordio a Bagno a Ripoli. Tra i due movimenti non c’è molta sintonia, può darsi che riescano a trovarla nel comune lavoro di opposizione.
Cittadinanza attiva consolida la sua presenza in voti (da 900 a 999) e percentuale (da 6,21 a 6,99), ma non riesce ad assicurarsi tutto il patrimonio di voti del pur ridimensionato M5S (1.363 alle Europee), sfruttandone l’assenza alle Comunali. Le attese erano assai superiori.
Infine la frammentata sinistra a sinistra del Pd: tra le due liste che hanno dato l’appoggio a Casini e le due che l’hanno osteggiato si raggiunge quasi il 12% di voti. Se si fossero coalizzate, avrebbero potuto mandare in Consiglio comunale un “pungolo” per la giunta. Invece hanno prevalso il narcisismo politico e la smania di voler sventolare la propria bandierina. Amen.