Sos per il leccio di Belmonte, la maestosa pianta che dalla collina domina su Antella e Grassina (e in lontananza anche su Firenze). A lanciarlo è l’associazione di cittadini “Salviamo il leccio di Belmonte”. Attualmente tutta l’area introno all’albero secolare, con alcuni immobili e centinaia di olivi, attraverso un lascito testamentario, è passata in proprietà alla Misericordia di Firenze. Ma in questi ultimi due anni, intorno al leccio regna l’abbandono.
“A quasi due anni dal lascito in eredità dalla signora Torrigiani di tutta la tenuta di Belmonte alla Misericordia di Firenze (marzo 2021) dobbiamo amaramente constatare che nulla viene fatto al nostro secolare Leccio – denuncia l’associazione -. Anzi, nonostante il riconoscimento di Albero Storico da parte della Regione Toscana, non ci sono stati interventi per farlo continuare a vivere. Il Leccio continua a perdere le sue maestose fronde e, come si vede dalle foto, su un lungo ramo si nota un cretto esteso che potrebbe portare ad una frattura con la perdita di tutto il ramo. Crediamo che qualcuno abbia l’autorità per ordinare ai proprietari di fare le necessarie cure. Noi non ci stancheremo mai di chiedere che quella porzione di territorio venga concessa ad un’associazione locale in modo da poter accudire il vecchio leccio e far godere questo luogo della nostra memoria ai tanti bambini, alle tante scolaresche del territorio che non l’hanno mai potuto conoscere”.
Questo leccio può essere considerato a tutti gli effetti un bene comune e stupisce che gli enti locali non si attivino presso la Misericordia.
D’altra parte quest’ultima, dati gli scopi solidaristici da cui è animata, dovrebbe essere sensibile a questo tema.
Tutta la comunità di Bagno a Ripoli (cittadini, associazioni, ecc.) dovrebbe fare pressione sugli enti e la Misericordia affinché la pianta sia curata al meglio, perseguendo l’obiettivo finale di una gestione della stessa dal basso; a Bagno a Ripoli non mancano associazioni che potrebbero occuparsene e che potrebbero appoggiare l’associazione di cittadini “Salviamo il leccio di Belmonte”.
Scusate, vi preoccupate del leccio e non dello squarcio che sta subendo l’intera collina di Belmonte per via della costruzione del grande progetto ideato per la variante di Grassina?
Sapete quanti alberi hanno abbattuto? E sapete quanto asfalto verrà gettato per permettere alle automobili di andare su e giù da Firenze a Capannuccia?
Parliamone.
Certo! Così come ci si deve preoccupare del tombamento della valle dell’Isone, della cementificazione del Pian di Ripoli e delle colline, della salvaguardia degli attrezzi della civiltà contadina, delle Gualchiere, della difesa della scuola di Croce, ecc.
Il territorio va difeso in tutti i suoi aspetti, quindi anche difendere un leccio secolare, assieme a tutto il resto ovviamente.
La variante di grassina è un’opera di fondamentale importanza che la sua realizzazione non poteva esser più rinviata. E’ ovvio che per fare le strade occorre liberare il tracciato di piante e quant’altro ci sia in mezzo. Se poi, com’è giusto che sia, non vogliamo una carrabile ciottolosa ma una variante degna di Grassina e non solo, dovrà essere asfaltata.