Quest’anno il caro-rifiuti sarà pesante per cittadini e imprese di Bagno a Ripoli come degli altri comuni dell’Ato Toscana Centro. L’aumento della Tari, la tassa sulla raccolta dei rifiuti, avrà un incremento medio del 12% che, nel quadriennio 2022-2025 salirà ad un complessivo più 25%.
E’ la conseguenza della decisione presa lunedì 23 maggio dall’assemblea dell’ Ato (autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani) dell’area Toscana Centro che ha approvato la proposta tariffaria per il periodo 2022-2025 contenuta nel Pef (Piano economico e finanziario). Il rappresentante del Comune di Bagno a Ripoli (come altri) non ha partecipato alla votazione per protesta contro lo scarso preavviso con cui sono stati forniti i dati.
Il rincaro è determinato dalla somma dell’aumento del 6% dello scorso anno e del 6% per il 2022 previsti dal Pef. Nel 2021, però, grazie ad una serie di agevolazioni e di ristori per la pandemia che il Comune di Bagno a Ripoli aveva ottenuto dal Governo, il rincaro medio era stato contenuto ad una percentuale fra l’1 e il 2 per cento.
Ora, però, quell’aumento non più mitigato, si somma al rincaro previsto per quest’anno facendo schizzare in alto il costo della Tari per l’utenza.
I dati sono stati comunicati ieri, durante la riunione dell’apposita commissione consiliare, dall’assessore all’ambiente Enrico Minelli: “L’aumento consistente della percentuale di raccolta differenziata grazie al porta a porta – ha spiegato – non è sufficiente a controbilanciare il costante aumento dei costi dello smaltimento della quota di indifferenziata. Senza la realizzazione di impianti in regione questo costo è destinato a crescere ancora. Nello stabilire le tariffe per il 2022, ancora in fase di perfezionamento, abbiamo cercato di contenere i rincari per chi era stato penalizzato nel 2021 e viceversa: coloro che l’anno scorso hanno avuto lievi rincari o addirittura una diminuzione subiranno i rincari maggiori”.
Complimenti.
Gli sbandierati effetti e risultati superlativi del porta a porta hanno avuto il loro magnifico effetto positivo.
I cittadini differenziano a più non posso ed il risultato è l’aumento della tariffa.
Ma quanto ancora dobbiamo ascoltare le fandonie che ci raccontano.
Se poi di fatto i nostri rappresentanti non contano niente all’interno dell’ato quando vengono prese le decisioni, allora che abbiano il coraggio di dimettersi e di dire ai cittadini che non hanno nessun potere su queste decisioni, compreso quello politico per cui sono stati eletti.
Raffaello Cammunci