The sound of silence Il suono del silenzio è qui, nelle aule della nuova ala della Anna Maria Enriques Agnoletti, più conosciuta come scuola del Padule, in via delle Arti a Bagno a Ripoli. Certo, ancora non vi schiamazzano i bambini delle elementari che ne saranno i protagonisti dal prossimo anno scolastico, ma proprio per questo si può apprezzare i livello di insonorizzazione della struttura: nonostante a pochi metri scorra un'”autostrada” come via Pian di Ripoli, dall’interno non si percepisce il benchè minimo rumore.
E’ una delle caratteristiche di questa nuova ala della scuola, realizzata completamente in legno: ospiterà otto classi, ambienti per laboratori e insegnanti, una grande “piazza” interna da sfruttare in mille modi. Di ultima generazione gli arredi, già acquistati e pronti per essere sistemati nelle aule appena gli ultimi ritocchi saranno ultimati. Per l’Amministrazione comunale un investimento di 3,6 milioni di euro.
I lavori dovrebbero essere ultimati entro un paio di mesi, l’inaugurazione sarà fatta all’inizio del nuovo anno scolastico. In questa nuova ala verranno trasferite tre o quattro classi della scuola di Croce a Varliano e alcune dall’attuale elementare del Padule che libereranno, così, spazi per i piccoli dell’infanzia.
Un paio di settimane fa c’era stata una brutta sorpresa.
Quando l’architetto Alberto Migliori, dirigente del Comune, si era presentato sul cantiere, lo aveva trovato deserto. Pensare che il sopralluogo era stato fissato per verificare l’ultimazione dei lavori comunicata dalla ditta Kimissa srl. “Il cantiere – si legge nel verbale di constatazione – si è presentato praticamente abbandonato e le opere di cui era stata comunicata l’ultimazione risultavano invece niente affatto ultimate”.
Quasi un bis di ciò che è accaduto con la prima ditta appaltatrice della Variante di Grassina. In questo caso, però, i lavori erano quasi finiti e a subentrare all’impresa Kimissa è stato direttamente il Consorzio stabile Galileo, di cui la ditta fa parte, che si era aggiudicato l’appalto nel maggio 2019.
Il cantiere della nuova scuola del Padule è partito il 27 giugno del 2019, ma nel marzo del 2020 i lavori sono stati parzialmente sospesi causa pandemia e ripresi alla fine di maggio 2020. L’Amministrazione comunale ha concesso alcune proroghe per venire incontro alle difficoltà dell’impresa per ritardi da parte dei fornitori.
Verificato lo stato di abbandono del cantiere, lo scorso 8 aprile l’Amministrazione comunale ha comunicato al Consorzio stabile Galileo “preavviso di avvio di procedimento di risoluzione contrattuale visto il grave inadempimento tale da compromettere la buona riuscita del lavoro, assegnando all’appaltatore termine giorni 20 per ultimazioni lavorazioni descritte in verbale”.
Il 12 aprile il Consorzio Stabile Galileo, al fine anche di offrire una maggiore capacità organizzativa nel
rispetto dei tempi di lavorazione previsti, ha comunicato la revoca dell’assegnazione lavori all’impresa esecutrice Kimissa Costruzioni e due giorni dopo (il 14 aprile) la presa in carico con proprie maestranze dei lavori rimanenti.
Per controllare la regolare ripresa del cantiere, anche ieri l’assessore ai lavori pubblici, Francesco Pignotti, è andato personalmente sul posto.
Allo scopo di velocizzare la sistemazione della zona esterna, che ha ancora l’aspetto di un canteire aperto, il Comune ha stralciato la realizzazione del parcheggio tra la scuola e via delle Arti (una quindicina di posti auto), che sarà affidata ad un’altra impresa. Tutta l’area introno alla scuola sarà a prato con la pintumazione di numerosi alberi.
“Finalmente siamo alle battute finali – annuncia soddisfatto il sindaco Francesco Casini -, la nuova scuola del Padule è quasi pronta e a settembre la consegneremo agli alunni e a tutta la comunità scolastica. Vederla venire su, in legno, in materiali di ultima generazione ecologici e sostenibili, è una grandissima soddisfazione. Ma è stato anche faticoso, perché abbiamo dovuto superare non poche difficolta, problemi con i materiali e con le ditte che hanno allungato i tempi, a dimostrazione ancora una volta che per le opere pubbliche nel nostro Paese serve un cambio di passo”.