Nei giardini di via Mazzini, traversa di via Peruzzi, zona alta dell’Antella, si alza la voce. Non è in atto una lite, ma per dialogare occorre tenere un tono elevato, altrimenti il frastuono costante che arriva dall’autostrada prende il sopravvento sulle parole. La galleria dell’Antella ha migliorato la situazione acustica di alcuni condomini lungo il perimetro della terza corsia ma ha spostato il problema rumore su quelli all’uscita dal tunnel. Le barriere fonoassorbenti installate non sembrano sortire l’effetto mitigazione desiderato.
“Prima il rumore dell’autostrada era molto più attenuato, si percepiva soprattutto quando tirava vento da Nord. Ora c’è un rombo costante, che spesso ha dei picchi ma non si ‘spenge’ mai. Lo sentiamo nelle nostre case anche con le finestre chiuse”: lo sfogo è di un gruppo di abitanti della zona riuniti in un comitato da Stefano Peretoli. “So che non siamo i soli ad aver subito un peggioramento della situazione acustica – dice – Per questo ho costituito il comitato al quale chiunque può aderire. E’ sufficiente inviare una mail all’indirizzo rumore.autostrada.antella@gmail.com. Per ora hanno aderito 25 famigie di via Mazzini, ma è aperto a tutti quelli che condividono il nostro problema. Non è una questione di confort ma di salute pubblica per questo chiedo anche un intervento del sindaco”.
Il Comitato ha inviato mail per segnalare l’aumentato fracasso autostradale, in coincidenza con l’apertura della galleria artificiale, a Autostrade, Comune, Arpat, Comitato di controllo sull’A1. Si chiede di prendere rapidamente dei provvedimenti per ristabilire la qualità della vita precedente ai lavori della terza corsia.
Dal Comitato di controllo, che si è riunito su questo tema il 15 settembre scorso, è arivata una risposta nella quale si fa presente che l’apertura della galleria è stata “funzionale” e che le “condizioni di esercizio non sono rappresentative della funzionalità dell’opera a lavori ultimati”. Inoltre si ammette che “devono essere conclusi diversi interventi, il cui obiettivo è peraltro proprio il completamento del sistema di mitigazioni acustiche”.
La medesime affermazioni arrivano dall’Arpat che sul proprio sito indica ciò che ancora deve essere fatto:
- l’installazione di una serie di barriere acustiche e alcuni parti speciali di raccordo con altri elementi dell’opera,
- la realizzazione del giunto a bassa emissione acustica presso il viadotto sul fiume Ema,
- la riorganizzazione dell’area di servizio Chianti con la realizzazione di rampe carrabili e un sistema di barriere acustiche,
- la stesa del tappeto di usura nel tratto di circa 4,5 km dal casello Firenze Sud all’area di servizio Chianti.
“Solo quando tutte queste attività saranno concluse – scrive Arpat -, orientativamente nella primavera 2022, si potrà avviare la prima campagna di misure fonometriche”.
Questo significa che gli abitanti di via Mazzini dovrebbero convivere come se avessero un Tir in moto parcheggiato nel salotto di casa, quanto meno per diversi mesi e forse anni se si pensa ai continui ritardi nei lavori della terza corsia. E’ evidente che, in attesa della soluzione definitiva del problema, che Comitato di controllo e Arpat ammettono esista, ne va trovata una rapida e provvisoria che restituisca alla zona la tranquillità perduta.