“La finalità pubblica, se è quella che si voleva perseguire, poteva essere raggiunta altrimenti. Perciò, togliamola come velo per questo piano, perché resto convinta che sia stato solo il paravento, dietro al quale si sono mossi interessi di altro tipo”: accuse pesanti quelle rivolte dalla consigliera comunale Sonia Redini (Cittadinanza attiva) alla maggioranza che nell’ultima seduta del Consiglio comunale ha approvato in via definitiva due piani attuativi per Grassina: quello della collina dove si svolge la Rievocazione storica e quello per l’area Molinuzzo.
Il dibattito sui due interventi urbanistici si è sviluppato nel corso degli anni e ora è giunto a conclusione. In estrema sintesi il Comune concede al privato la possibilità di costruire due palazzine per otto appartamenti, in cambio della collina dove si tiene la Rievocazione storcica di Grassina (circa tre ettari) e di ristrutturare un’antica colonica con fienile, in cambio di un terreno (4.900 metri quadrati) per un possibile futuro ampliamento della scuola d’infazia Masi, a Bubè (vedi articolo). Contro queste previsioni si è sempre schierato il gruppo di Cittadinanza attiva, convinto che la finalità pubblica si sarebbe potuta perseguire attraverso l’esproprio. “Ma qui sono in gioco tanti interessi, a cui mi pare non si voglia dare risalto – ha affermato Redini – Questo Piano nasce con lo scopo di ‘riqualificazione delle frange urbane’. E proprio quell’area, in cui si vanno ad inserire le due nuove palazzine, è ai piedi di una collina, di cui è stato confermato il pregio paesaggistico: ed il paesaggio è un patrimonio comune, un interesse pubblico che da questo baratto esce dequotato e del tutto sacrificato”. Secondo la consigliera mancherebbe la chiarezza sul progetto delle due palazzine: “Non sappiamo come saranno, visto che neppure gli uffici tecnici del Comune lo sanno”.
“Il bene pubblico è per noi al primo posto – le ha replicato la consigliera Sandra Baragli (Pd) – L’area che passerà in proprietà al Comune, oggi è una sterpaglia che sarà riqualificata e trasformata in un parco per Grassina. E’ un vantaggio per la comunità. Certo, c’è un prezzo da pagare, ma due palazzine per un totale di otto appartamenti non è una cementificazione. Dà noia sentir ventilare l’accusa di interessi privati. Con questi due piani attuativi diamo sistemazione ad una stuazione che si protrae da dieci anni. Chi si oppone non difende l’ambiente, ma altre cose”. “Non c’è motivo di dubitare del parere dei tecnici – ha aggiunto il consigliere Edoardo Ciprianetti (Pd) – Alla fine avremo conciliato l’interesse pubblico con il rispetto del paesaggio”. “E’ stata una corretta mediazione fra interessi contrapposti”, ha chiosato l’assessore all’urbanistica Paolo Frezzi.
“Un passaggio storico per il nostro Comune – lo ha definito il sindaco Francesco Casini – Finalmente dopo anni di attesa e di chiacchiere, diamo futuro ad una delle manifestazioni più tradizionali e sentite dalla comunità grassinese. E allo stesso tempo valorizziamo la collina del Calvario con la realizzazione di opere importantissime per la vita della popolazione, fortemente richieste dalla cittadinanza. Avevamo preso l’impegno di portare a termine questo percorso e lo abbiamo mantenuto. Con un intervento che è assolutamente rispettoso del territorio e dell’ambiente e un iter che avremmo voluto più rapido ma che si è svolto all’insegna della massima trasparenza e con ampia discussione con la cittadinanza”.
I due piani attuativi sono stati approvati a maggioranza col voto favorevole di Pd e Leu e il voto contrario di Cittadinanza attiva e M5S.
I termini dell’accordo (manca solo la stipula della convenzione tra Comune e privato):
A fronte della cessione al Comune della Collina e al suo totale recupero, il privato attualmente proprietario dell’area potrà presentare il permesso a costruire due edifici, che saranno realizzati nella parte pianeggiante dell’area accanto al centro abitato già esistente, per un totale di otto unità abitative con un massimo di 650 mq di Sul. Spetterà al privato realizzare tutte le opere pubbliche collegate che nel dettaglio sono: l’allestimento dell’area destinata allo spettacolo della Rievocazione (ma anche di altre eventuali manifestazioni) con la realizzazione di un nuovo impianto elettrico e, nella parte pianeggiante, di una “platea” che possa accogliere circa 1.500 posti a sedere. A valle, nella porzione di terreno subito sopra largo Masi, sarà creata una nuova area verde e ricreativa, attrezzata con giochi per bambini. Sarà inoltre realizzato un nuovo parcheggio con 20 posti auto e saranno ripuliti e risistemati con nuove piantumazioni il verde pubblico terrazzato lungo la collina, con la valorizzazione delle colture presenti come gli olivi, e la macchia di bosco oggi in disuso ed inaccessibile alla cittadinanza.
Sarà inoltre sistemata la strada di accesso alla collina, che al momento è molto sconnessa (attualmente l’area appartiene al proprietario di una vecchia colonica vicinissima alla strada in località Molinuzzo, che la cederà al Comune) e sarà realizzato un percorso pedonale nella parte sotto alla zona “teatrale” e lungo le abitazioni per raggiungere la scuola ed avvicinarsi in sicurezza al centro di Grassina. Il progetto, come accennato, si integra con la previsione del recupero del complesso colonico di Molinuzzo, che prevede inoltre la creazione di un percorso pedonale che si ricongiungerà a via delle Fonti, la cessione al Comune di un’area di circa 5mila mq per l’ampliamento scolastico dell’esistente scuola dell’infanzia “Masi”, e la cessione al Comune del tratto di strada per accedere alla collina. Tutte le opere pubbliche previste sono a totale carico dei proprietari e non daranno luogo ad alcuno scomputo degli oneri di urbanizzazione.
Caro Sindaco, come si fa a scambiare l’edificazione di 8 appartamenti in area paesisticamente vincolata e fuori dal centro urbano per “intervento assolutamente rispettoso dell’ambiente e del territorio”? Caro Assessore Frezzi, come può dire che l’intervento concilia “l’interesse pubblico con il rispetto del paesaggio”? Il fatto è che l’ambiente e il paesaggio sono ancora una volta sacrificati alla speculazione edilizia, con metodo per altro del tutto inusuale: convocando alla chetichella una seconda conferenza il 1° agosto, quando il funzionario di zona della Soprintendenza che aveva motivatamente negato l’autorizzazione a costruire nella prima conferenza del 12 dicembre 2017, era andato in ferie senza sapere della nuova e imprevista scadenza…
Leonardo Romba leonardorombai@gmail.com