Banditi sandali, infradito, tacchi a spillo; obbligatori indumenti ad “alta visibilità” o meglio ancora il gilet arancione con bande rifrangenti che ognuno deve avere nella propria auto. Non sono i nuovi dettami modaioli di un bizzarro stilista ma il dress code per accedere al centro raccolta rifiuti di Alia in via di Campigliano, tra Grassina e Ponte a Ema. Le nuove norme di sicurezza sono entrate in vigore a metà dello scorso giugno in tutte le ecostazioni gestite da Alia nei 60 comuni di competenza, fra i quali Bagno a Ripoli.
“Sono disposizioni per la tutela degli utenti – spiega Francesco Tiezzi, responsabile sicurezza di Alia – Salire una scaletta con le ciabatte è sempre rischioso. Avere scarpe aperte lascia il piede indifeso in caso che gli oggetti da buttare sfuggano dalle mani. Non chiediamo di indossare calzature antifortunistiche ma solo scarpe idonee, non credo che si venga a portare i rifiuti con il tacco dodici. Inoltre, siccome nel piazzale del centro di raccolta, che è un ambiente industriale, c’è sempre movimento di veicoli, è opportuno indossare indumenti che ci rendano ben visibili: il gilet arancione devono averlo tutti in auto, lo prevede il codice della strada. E se qualcuno viene a piedi, i nostri addetti ne hanno alcuni a disposizione e possono fornirli”.
Il problema è che le nuovo disposizioni non sono state comunicate all’utenza. Perfino l’assessore all’ambiente del Comune di Bagno a Ripoli, Enrico Minelli, non ne era a conoscenza. “Penso che le nuove norme vadano applicate usando il buon senso – dice – Non devono assoutamente disincentivare i cittadini a servirsi dell’ecostazione. Se qualcuno non si presenterà con le scarpe adatte dovranno essere gli adetti del centro di raccolta a provvedere alla sistemazione dei rifiuti. Nessuno deve essere rimandato indietro”. “In questa prima fase abbiamo dato indicazioni al nostro personale affinché sensibilizzi l’utenza – rassicura Tiezzi – Col tempo l’applicazione diventerà più rigida”.
Un ulteriore novità riguarda chi si presenta per consegnare rifiuti ma non è l’intestatario della Tari: in questo caso dovrà mostrare agli addetti del centro di raccolta una delega firmata dal titolare della bolletta, accompagnata dalla fotocopia di un documento di identità. “Vogliamo evitare lo smaltimento fittizio per conto terzi, magari ignari, da parte di attività che dovrebbero rivolgersi a ditte autorizzate – spiega Tiezzi – Anche questo è un provvedimento a tutela degli utenti”.