Tokyo chiama, Bagno a Ripoli risponde. Il gelato è ancora un prodotto di nicchia nel paese del Sol levante, ma molto apprezzato, soprattutto da chi è venuto per turismo in Italia e lo ha scoperto. A “colonizzare” Tokyo con la leccornia inventata a Firenze, andrà la gelateria Vitali di Bagno a Ripoli, che il 28 aprile prossimo inaugurerà una succursale a Jiyugaoka, zona a quindici minuti dal centro della capitale.
In questi giorni Francesco Mugellini, titolare della gelateria insieme alla sua compagna Valentina Vitali, è a Tokyo per formare il personale che dovrà produrre e servire il gelato secondo le ricette made in Bagno a Ripoli. “E’ un progetto a cui stavo lavorando da tempo – dice Francesco – Dal 2012 esporto in Giappone cioccolato; nel 2013 sono andato là a fare assaggiare il mio gelato: i giapponesi sono molto scettici, li ho conquistati offrendo fior di latte, pistacchio e nocciola”.
L’ostacolo più difficile da superare? “I problemi burocratici per affittare il fondo, complicati anche dalla diversità della lingua – risponde Francesco – Mi ha aiutato l’importatore di cioccolato e per le autorizzazioni i titolari della Cono Firenze, che ha sede a Ponte a Ema, e già esporta il proprio prodotto in Giappone”.
Francesco e Valentina, dopo Pasqua chiuderanno la gelateria di Bagno a Ripoli per una decina di giorni. Investiranno questo tempo per andare nella capitale nipponica a mettere a punto gli ultimi dettagli per l’apertura del nuovo locale: “Gelateria al primo piano, con a disposizione dei clienti 16 gusti, cinque dei quali a base di cioccolato – spiega Francesco – perché ci hanno richiesto una specializzazione. Al piano superiore il negozio per la vendita di cioccolato e servizio caffetteria”. Cono o coppetta? “I giapponesi sono abituati alle coppette perché i loro coni non sono di grande qualità, ma i nostri lo saranno e proveremo a farglieli apprezzare”. Come si chiamerà la gelateria giapponese? “Vitali, come qui, col cognome di Valentina. Anche perché in giapponese si legge con la “i” finale accentata: V-italì. Per cui viene fuori una sorta di Viva Italì. Perfetto, no?”.
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