La Commissione consiliare speciale terza corsia si è dimessa. In coda all’articolo il testo della lettera che anche io ho sottoscritto.
E’ difficile commentare una vicenda nella quale, ovviamente, non posso essere testimone esterno. Faccio parte della Commissione terza corsia fin dalla sua costituzione, nella primavera del 2013. Quasi quattro anni fa durante i quali, con gli altri membri, abbiamo lavorato con impegno. Decine di riunioni (senza alcun compenso, ci tengo a precisarlo), oltre al tempo impiegato per documentarsi, allo scopo di rispondere alle aspettative dei cittadini.
Le dimissioni aprono una nuova fase. Il Consiglio comunale, che aveva votato la costituzione della Commissione, sarà obbligatoriamente chiamato a decidere se crearne una nuova o soprassedere. L’interesse mostrato in questi anni per il nostro lavoro, dalla massima assemblea cittadina, è stato flebile. Neanche la comunicazione della presidente Sandra Baragli, nella quale muoveva appunti e chiedeva chiarimenti, durante l’ultima seduta ha svegliato i consiglieri dal torpore. Sonno profondo durante la seduta, sia da parte dei consiglieri di maggioranza che di opposizione (anche quelli sempre pronti a contestare tutto e tutti). Scusate se vi abbiamo svegliato.
Il sindaco e la giunta, se la Commissione verrà ripristinata, dovranno instaurare un nuovo rapporto. A mio avviso occorrono maggior collaborazione, meno sospetti reciproci e, soprattutto, l’accettazione di una maggior autonomia organizzativa nei rapporti con i cittadini.
Anche i cittadini, seppur in maniera minore, hanno una quota di responsabilità in queste dimissioni. Alcuni hanno scambiato la disponibilità all’ascolto con l’obbligo di condivisione del loro punto di vista. Altri hanno pensato che la Commissione fosse una sorta di ufficio reclami al quale rivolgersi per ottenere soddisfazione alle loro richieste, sempre e comunque, ignorando che si trattava di un organismo senza alcun potere.
Un rinnovamento totale della composizione della Commissione, superando così equivoci, fraintendimenti e vecchie polemiche mai sopite, potrà essere rigenerante anche per il rapporto con l’Amministrazione comunale.
Credo di interpretare il pensiero anche degli altri membri se affermo che ce ne andiamo con la convinzione che senza la Commissione le cose sarebbero andate peggio, ma che in condizioni diverse avremmo potuto fare di più. Sì, un rimpianto, ma nessun rimorso.