Camera con vista sul tetto delle auto. Almeno da mezzogiorno alle 14. E in certi casi anche uscire di casa, soprattutto se si ha un bimbo piccolo e un passeggino, può diventare un’impresa. Succede nella frazione di Capannuccia, tutti i giorni. Il momento cruciale coincide con l’ora di pranzo. Il tratto di via di Tizzano di fronte alla trattoria la Tommasina si trasforma in un parcheggio selvaggio. Gli affamati avventori non solo ignorano il cartello di divieto di sosta, ma, per non ostruire del tutto la circolazione, salgono con le ruote sul marciapiede. Il risultato? Chi abita in quelle case ha difficoltà ad uscire, perché tra le macchine e il muro resta uno spazio risicato. Non solo il continuo sali e scendi dal marciapiede ne ha provocato la rottura in più punti. Un comportamento incivile due volte, perché a cento metri di distanza c’è il parcheggio davanti all’asilo sempre mezzo vuoto. Eppure due passi (ma proprio due) dopo pranzo sarebbero anche salutari per digerire meglio.
Gli abitanti, infuriati, chiedono da tempo l’intervento dei vigili e hanno affidato a Facebook la loro protesta che è arrivata fino al sindaco Casini, il quale, come è sua abitudine, ha prontamente risposto: “I passaggi dei vigili li abbiamo fatti spesso. Come arrivano i vigili spariscono tutti. Purtroppo in orario pranzo con tutte le uscite delle scuole risulta dura poter lasciare una volante fissa per queste auto in sosta ‘incivile’ sul marciapiede. Faccio fare altri passaggi ma è evidente che vi è un problema vero di sosta selvaggio in orario pranzo”. Una pattuglia fissa è chiedere troppo, ma qualche passaggio a sorpresa non permetterebbe ai proprietari delle auto di spostarle in tempo, lasciando a metà spaghetti o spezzatino (guai se poi però c’è qualcuno che si lamenta per l’azione repressiva).
Lo stesso fenomeno, anzi ancor più accentuato perché le auto sono posteggiate proprio radente il muro, si verifica in via di Croce a Balatro. Anche in questo caso a poca distanza parcheggi con posti vuoti a volontà. Qui, però, di proteste non ve ne sono. Eppure le auto occupano completamente il marciapiede e chissenefrega se dovesse passare una mamma con carrozzina o un disabile o un cieco. Come mai nessuna protesta? Forse, ma è solo un’ipotesi, perché il parcheggio selvaggio è opera degli stessi proprietari delle abitazioni davanti alle quali le auto vengono posteggiate. Ognuno ritiene quel tratto di marciapiede cosa propria, un’appendice del salotto in cui sistemare l’auto. Perché si può star certi che se il veicolo davanti alla finestra di casa fosse di un estraneo sarebbero i primi a invocare i vigili. Così va il mondo.