Gli studenti della scuola secondaria di primo grado Francesco Redi hanno a disposizione la metà dello spazio dei loro coetanei che vanno alla Granacci. Questa la denuncia senza giri di parole che il professor Marco Panti, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Caponnetto, affida ad una lettera aperta al Comune di Bagno a Ripoli accusato di non fare il proprio dovere. Il preside parla di “inconfutabile sperequazione delle dotazioni di superficie ad uso didattico ad alunno fra le due scuole”.
Per dimostrare in modo oggettivo la sua tesi, il professor Panti si affida ad un semplice calcolo matematico: “La scuola Redi, unica nel territorio con tempo prolungato e corso a indirizzo musicale, che nel pomeriggio-sera ospita anche, il Cpia (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), ha un’area edificata coperta di metri quadrati 3.470, comprensivi di tutto, e quindi anche del vetusto prefabbricato provvisorio esterno di metri quadrati 120, in cui sono ospitati 497 alunni frequentanti (escluso quindi il Cpia serale), che comportano quindi (3.470:497 = 6,98) una superficie coperta di metri quadrati 6,98 per ogni alunno (se invece non consideriamo il prefabbricato esterno l’area coperta ad alunno scende a metri quadrati 6,74). La scuola Granacci, altra unica scuola dello stesso tipo e grado nello stesso Comune di Bagno a Ripoli, ha invece un’area coperta complessiva di metri quadrati 3.970, senza prefabbricati e altri spazi di fortuna, e ospita 326 alunni, che hanno quindi a disposizione nelle attività scolastiche (3.970:326=12,17) un’area di metri quadrati 12,17 cadauno. Da quanto sopra indicato consegue quindi che gli alunni della Redi hanno a disposizione per apprendere e studiare la metà esatta dello spazio che hanno a disposizione gli alunni dell’altra scuola di pari tipo”.
A far scattare la reazione del dirigente scolastico sono stati probabilmente i lavori di miglioria alla Granacci, da poco completati. “La situazione sopra descritta appare pertanto palesemente e assolutamente ingiusta e non più accettabile – afferma il professor Panti nella lettera – Si tenga presente fra l’altro che praticamente in questi giorni è stato completato addirittura un nuovo padiglione edile nella scuola Granacci, che ne ha aumentato ulteriormente l’area coperta di metri quadrati 240”.
Quindi l’attacco diretto all’Amministrazione comunale: “Il Comune di Bagno a Ripoli, da molto tempo informato e sollecitato ai bisogni degli alunni e dei loro insegnanti nella scuola Redi, deve svolgere pertanto il suo compito istituzionale che è solo e unicamente quello di risolvere i problemi della sua comunità territoriale, secondo le norme e le tecnologie esistenti, e non quello di appellarsi alle difficoltà che esistono in ogni ambito della sfera umana come scusante per una inattività indefinita e illimitata, senza impegni e progetti espliciti di soluzione, come avviene da anni. Che in una scuola dello stesso comune gli alunni e i loro insegnanti abbiano a disposizione la metà dello spazio di quello che hanno a disposizione gli alunni e gli insegnanti dell’altra scuola del territorio non è più accettabile. Lo spazio scolastico è fondamentale per operare didatticamente, soprattutto nelle attività moderne, laboratoriali, personalizzate e di sostegno e il Comune di Bagno a Ripoli non può continuare a disinteressarsi di questo problema e quindi della formazione più ampia e completa di “tutti” i suoi futuri cittadini, mettendo una notevole parte dei medesimi, quelli che frequentano la scuola Redi, in condizioni di strutturale svantaggio e carenza strumentale”.
La palla ora passa al Comune, al sindaco Casini, all’assessora alla scuola Annalisa Massari e all’assessore ai lavori pubblici Enrico Minelli.