Pistole sguainate, rischio sparatoria, inseguimento, irruzione, lotta e alla fine l’arresto del protagonista. Un tranquillo sabato mattina di paura all’Antella. Tutto è iniziato poco prima di mezzogiorno. In via Brigate Partigiane una pattuglia della polizia municipale compie controlli di routine. Gli agenti fermano un’auto nera (nella foto presa dalla telecamera dei vigili urbani si nota l’agente accucciato sulla destra) e chiedono i classici libretto e patente. Il conducente per tutta risposta estrae una pistola e la punta in faccia al vigile che mantiene il sangue freddo, estrae lentamente la propria arma ma si ritrae e lascia via libera all’auto. Troppo pericoloso per l’incolumità pubblica rischiare una sparatoria proprio davanti ai giardini pubblici.
L’auto della municipale si mette però alle costole del fuggitivo che, pochi metri dopo, in via dell’Antella, davanti al capolinea dell’Ataf, è costretto a fermarsi perché vi sono alcune auto in coda. L’agente della municipale scende, e lo affronta nuovamente intimandogli di spengere il motore e mettere le mani sul volante. Ma la risposta è ancora una volta una pistola puntata. Anche stavolta la scelta è di non far precipitare la situazione. Alcuni passanti hanno però visto le armi spianate e si sono rifugiati nei negozi, temendo il peggio.
L’auto nera svolta a destra sul ponte sull’Isone, inbocca via di Pulicciano e quindi via della Torricella. Qui il conducente l’abbandona e corre verso via Repubblica di Montefiorino dove abita. Entra in casa (vive con gli anziani genitori) e si barrica in camera. Intanto sono scattate le misure di sicurezza. Sul posto oltre agli agenti della polizia municipale coordinati dal comandante Filippo Fusi, sono arrivati i carabinieri della stazione di Grassina, col maresciallo Bonafede e anche il nucleo speciale per le irruzioni direttamente da Firenze. La porta di ingresso viene aperta dalla mamma del fuggitivo, disorientata e spaventata alla vista di tutte quelle divise. Il “pistolero” però non intende aprire quella di camera sua.
I carabinieri la sfondano e per qualche secondo le armi si fronteggiano. I militari puntano le loro, l’uomo impugna un’altra pistola (la prima l’aveva abbandonata nell’auto) e a portata di mano ha anche un fucile (tutte le armi risulteranno a gas e aria compressa, in grado di sparare proiettili di gomma). Nessuno preme il grilletto. I carabinieri gli saltano addosso. Inizia una colluttazione perchè l’uomo non vuole saperne di mollare la pistola. Un militare viene ferito ad una mano da un morso. Alla fine il “pistolero” è reso inoffensivo e arrestato. Si tratta di M.S. di 50 anni, da tempo in cura al centro psichiatrico di Meoste. Ora è piantonato nel reparto di psichiatria dell’ospedale dell’Annunziata a Ponte a Niccheri in attesa che l’autorità giudiziaria decida il suo futuro. Ai vigili di Bagno a Ripoli e ai carabinieri sono arrivati i complimenti e i ringraziamenti del sindaco Francesco Casini “per aver agito con sangue freddo e grande professionalità”.